Verso nuovi provvedimenti in campo migratorio

Sui giornali di oggi si leggono alcune dichiarazione del neo Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, circa i provvedimenti che verranno adottati in materia di immigrazione per una nuova gestione del fenomeno. Modifiche e innovazioni che Maroni apporterà di concerto con gli altri colleghi, il Ministro degli Esteri Frattini, il Ministro della Giustizia Alfano e con il Ministro alla Difesa La Russa. È già stato disposto un incontro di inizio collaborazione tra i dicasteri la prossima settimana, durante il quale si metteranno a punto le misure contenute nel “pacchetto sicurezza” che verrà licenziato dal prossimo Consiglio dei Ministri.

Il controllo dell’immigrazione clandestina con strette sulle espulsioni e misure urgenti di controllo delle frontiere rappresenta la priorità del Viminale, prevedendo anche delle modifiche alla c.d. legge Bossi-Fini, accusata di produrre clandestinità, per renderne maggiormente effettiva l’attuazione. Tra gli altri provvedimenti in discussione vi è la previsione di imporre una soglia di reddito minimo allo straniero per stare in Italia più di 90 giorni, da concordare con il Ministero degli Esteri. Si intende, inoltre, rivedere il concetto di pericolosità sociale dei cittadini comunitari, estendendolo a più reati (misura riferita in particolar modo ai rom), discutere le novità europee sulla estensione dei tempi di identificazione nei Centri di permanenza temporanea e assistenza e abolire o correggere alcune decisioni prese dal precedente Governo, quali l’estensione del riconoscimento familiare, la normativa dei visti e le maglie troppo larghe in materia di asilo.
 
Sono azioni ancora da definire nei modi e nei tempi, ma che chiaramente privilegiano l’aspetto repressivo e di controllo. Misure che vanno, tuttavia, seguite e valutate con il senso critico di sempre.

Al di là dei diversi approcci, sarebbe, comunque, opportuno affrontare il governo del fatto migratorio strutturalmente e complessivamente con interventi organici e condivisi, non con azioni singole e isolate, mirate a specifiche problematiche. È necessario governare gli spostamenti umani con logiche e politiche d’insieme, coordinate nei diversi settori al livello nazionale e inserite nel più ampio contesto europeo, internazionale. Coniugare il necessario aspetto di repressione dell’illegalità con politiche di coesione sociale e di centralità dei diritti civili e politici costituisce, poi, una fondamentale premessa per una adeguata trattazione del fenomeno. E questo al fine di attuare una riorganizzazione e, nelle sue linee essenziali, definitiva regolamentazione della realtà migratoria, oltre un arido ideologismo e nel comune giovamento che una razionale gestione delle migrazioni può avere per l’intera società.
D’altro canto, è bene sottolineare che una comunità nazionale non può sopportare che ad ogni legislatura si cambi la normativa sugli spostamenti umani: il continuo “rimaneggiamento” delle norme non può che creare confusione e cattiva gestione del fenomeno, oltre al fatto che si rischierebbe un “collasso nervoso” dei diversi attori che operano in campo.

Maria Carla Intrivici

(9 maggio 2008)