Un po? indignato
by Redazione
Posted on Giugno 9, 2006
Trovo, ho sempre trovato, che l’indignazione sia più che uno stato d’animo, uno status salottiero. Ma di sinistra. Come le vacanze a Capalbio o il politically correct.
Però uno là per là si indigna se legge l’intervista di Prodi al quotidiano Die Zeit, in cui definisce “folclore” l’apporto politico dei suoi alleati comunisti. Mi soccorre il Devoto – Oli, che lo definisce come “l’insieme delle tradizioni popolari e delle loro manifestazioni, in quanto oggetto di studio o anche di semplice interesse”.
Ciaonè, 9 giugno 2006
Trovo, ho sempre trovato, che l’indignazione sia più che uno stato d’animo, uno status salottiero. Ma di sinistra. Come le vacanze a Capalbio o il politically correct.
Però uno là per là si indigna se legge l’intervista di Prodi al quotidiano Die Zeit, in cui definisce “folclore” l’apporto politico dei suoi alleati comunisti. Mi soccorre il Devoto – Oli, che lo definisce come “l’insieme delle tradizioni popolari e delle loro manifestazioni, in quanto oggetto di studio o anche di semplice interesse”.
Letta la definizione l’indignazione si raffredda e mi domando perché Rifondazione e i Comunisti Italiani e il Manifesto e tutti e sedici i lettori di Liberazione si siano tanto infuriati.
Dovrebbero esserne contenti invece. Il comunismo non è forse la forza di una visione, l’irreversibile scelta di stare dalla parte di chi vuole prendere in mano, oltre ai mezzi di produzione ormai scarsini, anche il proprio futuro? E questa forza non è forse diventata nel mondo e in Italia, la vigorìa di una radice popolare che si fa tradizione, intendendo con ciò l’insopprimibile anèlito, aldilà del tempo e dello spazio, di ogni uomo e ogni donna di aspirare al cielo?
O non si saranno indignati perché Prodi, magari involontariamente li ha fatti passare davanti allo specchio?
Ciaonè, 9 giugno 2006
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