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Tutta la vita che c’è

by Redazione

Bisogna dirlo: “se non ci fossero i radicali, certe volte!” hanno impedito che riuscissimo a rimuovere del tutto il calvario di Luca Coscioni e quello di Piergiorgio Welby, di Giovanni Nuvoli e delle migliaia di altre persone che malate in modo irreversibile, chiedono di essere aiutate a morire.

Ciaonè 24 luglio 2007

Bisogna dirlo: “se non ci fossero i radicali, certe volte!” hanno impedito che riuscissimo a rimuovere del tutto il calvario di Luca Coscioni e quello di Piergiorgio Welby, di Giovanni Nuvoli e delle migliaia di altre persone che malate in modo irreversibile, chiedono di essere aiutate a morire.

Di Coscioni abbiamo parlato più volte. Bello, colto, intelligente e maratoneta. Lo assale la sclerosi laterale amiotrofica; prendete informazioni, vi accorgerete che spasso. Lo assiste Maria Antonietta una donna eccezionale. Lo assiste soprattutto nella sua battaglia per il diritto ad autodeterminarsi che, per quanto doloroso, non può essere conculcato a nessuno. Welby si ammala, quasi ragazzo, della stessa fetente malattia. E’ il 1978, muore pochi mesi fa, aiutato da un medico suo amico, che viene denunciato da quelli del partito della vita. Come se la battaglia fosse tra il partito della vita e quello della morte e non “per” una vita più dignitosa, morte compresa. A Welby negano i funerali religiosi che desiderava, come li desiderava sua moglie Nina: una santa. Ma in questa terra di beati a gò gò, non si possono esaudire i sogni di due santi come Nina e Piergiorgio Welby.

Dimenticavo. Il medico che ha aiutato a morire Piergiorgio Welby, è stato assolto ieri, proprio il giorno in cui è morto Giovanni Nuvoli, altro malato di sclerosi laterale che, per poter decidere, si è dovuto suicidare con lo sciopero della fame.

Ciaonè 24 luglio 2007


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