Test volontari del Dna: una via più semplice per i ricongiungimenti familiari
by Redazione
Posted on Febbraio 21, 2006
Il riconoscimento del rapporto di parentela ai fini del ricongiungimento familiare, in particolare tra genitori e figli, attestato mediante la validazione della documentazione di stato civile prodotta ai fini del rilascio del relativo nulla osta crea non pochi problemi.
Difficoltà che possono derivare dall’inesistenza, nei paesi di origine, di uffici anagrafe e dei relativi archivi, dal perdurare di situazioni di conflitto che rendono indisponibile qualsiasi documentazione in questi stati, o ancora, nel caso di rifugiati, dall’impossibilità di questi di rivolgersi alle proprie autorità nazionali per motivi di sicurezza. Inoltre, la documentazione, qualora prodotta, si rivela, spesso, carente e insufficiente ai fini dell’ottenimento del nulla osta.
Per ovviare a questi problemi è stata prevista la possibilità di fare ricorso al test del Dna, tramite gli uffici dell’OIM e su base esclusivamente volontaria da parte di tutti coloro che per vari motivi non possano produrre la documentazione di stato civile necessaria.
Tale possibilità, inizialmente prevista solo per alcuni paesi, come Arabia Saudita, Pakistan, Siria e Sudan, dal 2005 è stata estesa dal Ministero degli Esteri ai cittadini di tutti gli stati nei quali la produzione dei documenti sia impossibile o inaffidabile.
Tale possibilità, inizialmente prevista solo per alcuni paesi, come Arabia Saudita, Pakistan, Siria e Sudan, dal 2005 è stata estesa dal Ministero degli Esteri ai cittadini di tutti gli stati nei quali la produzione dei documenti sia impossibile o inaffidabile.
Il ricorso al test del Dna, che si effettua solo nella sede dell’OIM a Roma, riduce enormemente le attese: la risposta dei laboratori è prevista entro 10 giorni e quella per il nulla osta entro un mese, molto meno di quanto occorra per via consolare.
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