Tempi duri
by Redazione
Posted on Novembre 8, 2006
Quando piove viene naturale aprire l’ombrello. Quando divampa l’incendio si cerca l’acqua, quando le aziende, le associazioni, le confraternite vedono cessare la loro funzione se ne inventano un’altra. Per amore del vero, almeno in quest’ultimo caso, le opzioni sono due: se uno non ha più un ruolo o compiti da assolvere, può reinventarsi…ma può anche chiudere.
Ciaonè, 8 novembre 2006
Quando piove viene naturale aprire l’ombrello. Quando divampa l’incendio si cerca l’acqua, quando le aziende, le associazioni, le confraternite vedono cessare la loro funzione se ne inventano un’altra. Per amore del vero, almeno in quest’ultimo caso, le opzioni sono due: se uno non ha più un ruolo o compiti da assolvere, può reinventarsi…ma può anche chiudere.
Non è di quest’avviso la CGIL, il totem del sindacalismo italiano che, finiti i mezzadri, i braccianti, i contadini, gli operai, le fabbriche, le RSU, le commissioni interne, non sa più come giustificare tutto quel palazzone in Corso d’Italia. Potrebbe sciogliersi. Ve lo immaginate? Una mega assemblea di autoscioglimento, con un appello orgoglioso e forte alle proprie radici, una critica terrificante alla società senza più lavoro e dunque senza sindacato. Sarebbe una bomba!
Preferiscono invece reinventarsi, creando curiosi uffici come quello “per i nuovi diritti”, variante forbita dell’ufficio “complicazione affari semplici”. E che partoriscono questi professionisti del genere voluttuario? Chiedono alle aziende di costruire i bagni bisex. Ma sì, basta di star lì sempre a menarla col precariato, l’esclusione cronica dei giovani dal lavoro, i contratti che non si rinnovano. Meglio un bella fiera delle scemenze.
E il Corriere della Sera mette l’arguta proposta in prima pagina.
Oltre ai sindacati anche i giornali potrebbero reinventarsi. O sciogliersi!
Ciaonè, 8 novembre 2006
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