Se Atene piange…
by Redazione
Posted on Luglio 14, 2015
L’ho detto e lo scritto, facevo il tifo per Atene. Per il referendum, per il no alla troika, per il diritto che tutti i popoli hanno al rispetto, la Grecia un po’ di più perché è grazie a lei che alcune decine di uomini nel mondo ancora ricordano il significato della parola “democrazia”.
Certo ero con una compagnia che te la raccomando: Salvini, Grillo, Vendola, la tata dei nipotini di Bertinotti, un vero caravanserraglio.
Ammetto anche che la mia non era solo simpatia storica e politica per una nazione che sento tanto e un po’ inspiegabilmente vicina; c’era e c’è in me un miscuglio di elementi psicologici e caratteriali che si sono agitati grazie a questa tormentata vicenda: mi piaceva che qualcuno dicesse finalmente che l’Europa così com’è non gira e non ha mai girato, che si rendesse evidente come il tipo di moneta unica adottata sia solo servita ad allargare il divario tra ricchi e poveri, rendendo il lavoro la merce meno preziosa e più svalutata di tutte.
Mi piaceva l’idea di Davide contro Golia, anche se Davide non ha tutte le ragioni e Golia non tutti i torti.
E ho perso. Ho perso perché Tsipras non poteva che finire come è finito e la Grecia essere, in fondo, umiliata e offesa.
Però conservo grandi e cocciute speranze per il futuro. Credo, infatti, che la Grecia abbia perso, ma che la Merkel e le troike non abbiano vinto. Siryza muore oggi ma, proseguendo così, l’Europa la seguirà domani. Credo che la Merkel verrà ricordata come il cancelliere più amato dai tedeschi e più ottusamente inadeguato alla carica ricoperta. Credo che la Grecia abbia dimostrato che si può lottare e si può perdere senza per questo essere sconfitti, perché sconfitto davvero è colui che non combatte.
E poi ho un’altra incrollabile speranza, quella che la sinistra italiana, imbattibile nell’aver annientato o quasi qualsiasi leader di sinistra abbia detto di amare: Zapatero, Hollande, Obama e oggi Tsipras, riesca un giorno a capire che i suoi avversari sono a destra. Dica di amare loro e torneremo a vincere.
Fabrizio Molina
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