Primo: rispettare i patti
by Redazione
Posted on Settembre 11, 2008
Non che fossi fisicamente presente, ma il fratello della mia portinaia ha un amico che fa l’autista di un politico. Se me lo dice lui, io gli credo. L’accordo sarebbe stato firmato a casa di Enrico Letta, il giovane politico che ricorda il fumetto della rana dalla bocca larga e assomiglia ad ognuno di quei milioni di compagni di classe che tutti hanno avuto e che non ti facevano copiare i compiti di algebra. Nel suo salotto c’era Letta (Gianni), in rappresentanza di Berlusconi; Maurizio Gasparri, in rappresentanza di Berlusconi e tutto il direttivo nazionale del PD, sempre in rappresentanza di Berlusconi. Poi c’era Calderoli, perché non sa fa sfuggire un happy hour e, naturalmente, Prodi, tutto insonnolito ma sorridente.
Ciaonè, 11 settembre 2008
Non che fossi fisicamente presente, ma il fratello della mia portinaia ha un amico che fa l’autista di un politico. Se me lo dice lui, io gli credo. L’accordo sarebbe stato firmato a casa di Enrico Letta, il giovane politico che ricorda il fumetto della rana dalla bocca larga e assomiglia ad ognuno di quei milioni di compagni di classe che tutti hanno avuto e che non ti facevano copiare i compiti di algebra. Nel suo salotto c’era Letta (Gianni), in rappresentanza di Berlusconi; Maurizio Gasparri, in rappresentanza di Berlusconi e tutto il direttivo nazionale del PD, sempre in rappresentanza di Berlusconi. Poi c’era Calderoli, perché non sa fa sfuggire un happy hour e, naturalmente, Prodi, tutto insonnolito ma sorridente.
Argomento: la governabilità. In altri termini, trovare un passatempo a Prodi che al centro anziani di Sassuolo si ammazza di noia. Due ore di discussione serena ma serrata durante la quale si sono scartate le ipotesi più fantasiose, da quella di Calderoli (deportarlo con Parisi in Siberia), a quella di Gianni Letta (nominarlo segretario generale della Cei). Sopravviveva la tesi Gasparri che, smentendo voci maliziose, dava prova di straordinaria sagacia: fargli dare un incarico dall’Onu, magari in Africa. Votazione e decisione, tutto in un quarto d’ora. Da Arcore Berlusconi telefonava a Bruxelles, dettava un appunto alla figlia dodicenne di Barroso e ieri mattina la nomina: Prodi in Africa a parlare alle orecchie delle giraffe. Ma… c’è un ma. Prodi si era impegnato a non tormentarci con le sue foto per almeno sei mesi, soprattutto quelle in cui è travestito da nonno di Bartali…. Aprite il Corriere della Sera di oggi a pagina 11. E poi ditemi se non gli sta bene di aver perso le elezioni.
Ciaonè, 11 settembre 2008
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