Pensieri condivisi, dentro e intorno ad un conflitto
di Riccardo Netti
A Novembre 2020 è iniziata una guerra in Tigray nel nord dell’Etiopia. Con la mia famiglia ci siamo rifugiati nella capitale Addis Abeba dove si vive tranquilli. Spesso capita di ritrovarmi come davanti ad uno specchio e comincio a pensare. In questo specchio ho trovato un amico disposto ad ascoltarmi e a rispondermi… È nato, così, questo “Dialogo aperto”:
Ciao, come va? Non ti ho più sentito.
Sì è vero; cosa vuoi che ti dica?
Mbe, non hai fatto altro che parlarmi di questa guerra in Etiopia nel Tigray. Ci sono novità?
No, la situazione è sempre la stessa, la guerriglia continua, la gente muore di violenze o di fame.
Lo so mi dispiace, ma cosa ti aspetti? Sai come vanno le cose.
Già e non smetto di chiedermi perché debbano sempre andare in un certo modo.
Sì, mio caro, ma la vita va avanti, non puoi fossilizzarti in questo modo.
Che vuoi dire? Che chi si è “fossilizzato” ha perso solo del tempo?
Forse; però ci sono stati personaggi che hanno fatto la storia, pensa a Gandhi, Martin Luther King.
Ho capito, quindi bisogna essere grandi per poter dire qualcosa.
Che vuoi dire?
Non lo so. Non credo si tratti di essere importanti o famosi per essere ascoltati.
Allora? Se credi in quello che pensi vai avanti, ma stai attento a non esporti troppo.
Perché?
Perché può essere pericoloso, non sai mai chi c’è dietro chi ti ascolta; ricorda che hai una famiglia.
Si forse hai ragione; ma non ti sembra strana questa cosa? Non possiamo più parlare insieme agli altri? Forse non è più importante.
Lo so, ma il mondo è così, non puoi cambiarlo tu; poi c’è la pandemia, ci sono problemi più grandi…
Già una pandemia che ci chiude… non solo in casa.
Ma cosa ti aspetti?
Ancora?
Dai, sii realista; non ci sono solo le guerre…
È vero, ci sono molti altri problemi: ma come li affrontiamo? Vedo correnti, interessi del momento, prese di coscienza che svaniscono al sopraggiungere di un altro vento.
Hai ragione anche tu, ma cosa vorresti fare?
Vorrei tornare a credere che la politica non sia più un fatto per pochi o per potenti; vorrei riscoprire il gusto di dare significato ad un incontro e alle parole con la speranza che si possa ancora costruire qualcosa...
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