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Parlamento Europeo: politica migratoria comune

by Redazione

All’esame delle istituzioni dell’Unione Europea le norme che dovrebbero definire una politica migratoria comune.
Il Parlamento Europeo mercoledì scorso ha discusso e approvato due relazioni nel quadro della procedura di codecisione.

La “relazione Gruber” richiede un quadro comune di diritti e obblighi per i migranti, la valutazione approfondita della proposta della Commissione per attirare lavoratori qualificati, nei limiti stabiliti dai singoli Stati, sull’istituzione di un permesso di lavoro UE (c.d. carta blu). Inoltre, invita ad una maggiore attenzione e sostiene la necessità di regole europee sugli “stagionali” (che apportano un contributo da non trascurare) ed i “non qualificati”, rilevando, infine, la responsabilità di media e politici.

La “relazione Javier Moreno S?nchez” riguarda il contrasto all’immigrazione illegale. Indica un approccio di medio-lungo termine sui flussi migratori, centri di accoglienza temporanei più umani e cooperazione con i Paesi terzi, proponendo più controlli alle frontiere, anche con pattuglie comuni di vigilanza e la registrazione automatizzata degli ingressi e delle partenze, misure contro la tratta degli esseri umani ed il lavoro clandestino, una politica in materia di “rimpatrio” efficace e non di regolarizzazione di massa.

Le due risoluzioni di fronte alle difficoltà per la realizzazione di politiche comuni sostengono con forza un approccio globale e coerente, rammentando che in questa fase le procedure decisionali in materia di immigrazione illegale (codecisione e maggioranza qualificata dall’attivazione della “passerella” dell’articolo 67 – Trattato della Comunità Europea il 1° gennaio 2005) e legale sono ancora eterogenee, dato che quest’ultima resta ancora in gran parte di competenza degli Stati membri.

La Commissione parlamentare sulle libertà civili precedentemente aveva approvato un testo che definiva le regole sulle procedure da applicare in caso di espulsione degli immigrati illegali dal territorio dell’Unione Europea. Per la tutela dei diritti del migrante propone, in particolare, l’istituzione di un mediatore del Parlamento Europeo.
La maggioranza dei parlamentari europei si sono espressi, nel quadro del processo di revisione costituzionale, in favore di poteri che permettano all’Unione Europea di condurre una politica integrata in materia migratoria. Il mancato coordinamento delle politiche nazionali, alcune restrittive, altre permissive, ha degli effetti negativi portando all’intensificazione dell’immigrazione clandestina che, sfruttata da reti di criminali e trafficanti, segue rotte verso l’Europa che mutano nel corso del tempo in funzione delle politiche dei singoli Paesi.
Il dibattito passa ora agli Stati membri che si pronunceranno nel seno del Consiglio Europeo.

Dario Porta

(28 settembre 2007)


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