Parco giochi
by Redazione
Posted on Febbraio 16, 2006
La permanenza delle truppe americane nel parco giochi dell’Iraq sembra protrarsi con qualche scomodità. Le bandiere iridate che dai balconi di mezzo mondo hanno detto no all’idiozia prima che al crimine della guerra, appaiono oggi come il sudario che avvolgerà il giuggiolone americano quando verrà deposto dalla casa dello zio Sam.
Ciaonè, 16 luglio 2003
La permanenza delle truppe americane nel parco giochi dell’Iraq sembra protrarsi con qualche scomodità. Le bandiere iridate che dai balconi di mezzo mondo hanno detto no all’idiozia prima che al crimine della guerra, appaiono oggi come il sudario che avvolgerà il giuggiolone americano quando verrà deposto dalla casa dello zio Sam.
E la deposizione avverrà come i temi di tante scuole elementari da Palermo ad Edimburgo avevano previsto, non solo per la pistola fumante che non è stata trovata, ma per i massacri che in quasi tutto il mondo procedono indisturbati, senza meritarsi una Enduring Freedom. Per i diritti civili che l’America, quella vera, ci ha insegnato e che il giuggiolone nega a Guantanamo. Per quell’accordo di Kyoto per salvare l’ambiente, da cui il giuggiolone ha ritirato la firma che Clinton vi aveva apposto.
Probabilmente per il giuggiolone si dovrà derogare: non il profilo marmoreo scolpito sulle montagne rocciose, ma con più pudore un gioco interattivo sul computer, per spiegare ai bambini americani che se non mangiano la pappa, non dormono a sufficienza e soprattutto non studiano, rischiano di diventare come Bush.
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