PARADOSSALE: LA GUERRA È “VITA”
Una provocazione, certo: ma poi, a guardare al fondo delle questioni, dietro ciò che appare, c’è – purtroppo –una sostanziale verità…
di Riccardo Netti
Paradossale? Sì. Ma pensiamoci bene. Quanto è stato detto, quanto è stato scritto su ogni guerra. Da illustri politici, storici, giornalisti, personaggi noti o perfetti sconosciuti. Chi di noi non si è trovato d’accordo sui vari commenti sconvolgenti, tragici ma veri sugli effetti di tutte le guerre?
Guerre, che alla fine vedono sconfitte solo popolazioni di civili inermi, impotenti di fronte a scelte fatte solo da chi governa o meglio dovrebbe governare un Paese.
Emozioni, animi affranti, trasmissioni dirette, che colpiscono e fermano per un attimo la vita di ognuno di noi che viviamo in zone di pace; poi, con lo stesso effetto di chi si trova improvvisamente davanti ad un incidente stradale, si oltrepassa il luogo della sciagura e si dimentica la gravità di ciò che abbiamo visto.
Ecco, così viviamo. Così siamo abituati a vivere, mentre la triste storia della guerra in Etiopia il 4 novembre 2021 ha compiuto un anno. Chi conosce l’esistenza di questa guerra? Troppo pochi!
Storia dei soliti privilegiati al potere che hanno a che fare poco con la responsabilità di chi governa un Paese.
Per dirla tutta: le autorità internazionali che contano, e che sanno molto più di noi, pensarono “ingenuamente” che l’attuale primo ministro Etiope, meritasse nel 2018 addirittura il premio Nobel per la pace. Un Nobel ricevuto per aver raggiunto “la pace” con il nemico di sempre: l’Eritrea. La stessa Eritrea che dopo un anno si è unita al governo etiope per partecipare ad una tremenda guerra civile che ancora oggi non si ferma.
Pazzesco, assurdo, vergognoso.
Oggi migliaia di civili etiopi, gente come noi che lavorava, che aveva famiglia, che coltivava i campi, che costruiva il proprio Paese, sono scomparsi, eliminati. Uccisi malvagiamente; donne, bambine di otto anni violentate senza pietà per sfregio, famiglie distrutte. Questa è stata la prima attività di una guerra infame.
Due fazioni politiche avverse hanno pensato di abbandonare ogni dialogo, ogni compromesso. Oggi dopo un anno nulla è cambiato. Solo la certezza delle violenze appena descritte. Perché?
La risposta è una sola purtroppo.
Perché La guerra è “vita”!!!
Non ci sono dubbi; se tutte le guerre nascoste si fermassero immediatamente la guerra non sarebbe più “vita”.
La guerra è vita perché è l’alimento di grandi interessi politico economici internazionali. La vendita delle armi, lo sfruttamento delle risorse minerarie, dei diamanti, del petrolio di materiali ricchi per varie produzioni.
Retorica? No, purtroppo non è così.
Gli interessi economici che passano sopra ogni regola di civiltà; muovere il denaro attraverso guerre per il petrolio o per le materie prime, per muovere altro denaro anche se questo significa innescare, favorire, causare guerre in aree ben distanti da chi muove le redini del boom economico.
Ecco da queste affermazioni nasce l’immensa catena che ci vede tranquilli nelle nostre comode auto mentre andiamo in vacanza, dimenticando che viaggiamo, ci divertiamo grazie a gente che ha perso la vita, la famiglia, il lavoro, la propria dignità, per dare a noi la possibilità di vivere serenamente. Come sono costruite le nostre auto, i nostri cellulari, tablet e così via? Da dove vengono i materiali?
Oppure ci troviamo a commentare che la nostra Europa e altre grandi nazioni in altri continenti, sono da molti anni luoghi di pace “lontani” da ogni guerra.
Già, ma cominciamo a ragionare: noi per esempio forniamo armi all’Etiopia. Riusciamo a completare il ragionamento…? Questo è solo un esempio.
È così. Noi ci impressioniamo davanti ai documentari di belve che sbranano una preda indifesa. Ma “gli stessi noi”, non ci impressioniamo di fronte alle cause che vedono nostri simili soffrire e morire ingiustamente.
Questa è la vita…. Anzi questa è la guerra!
Abituiamoci all’utopia di poter fare qualcosa; la sola cosa che possiamo fare è insegnare ai nostri figli l’importanza della pace sopra ogni interesse. La guerra andrà avanti comunque per la sua strada. Perché “la guerra è vita”; talmente vita che mentre scrivo il fratello di mia moglie è in prigione in Addis Abeba solo perché è di origini tigrine. (Il Tigray quindi i tigrini sono considerati attualmente ribelli dal Governo Federale in carica).
Un dramma conosciuto, uno di tanti e mi ritrovo ad accettare questa situazione così, come se mi trovassi di fronte ad un telegiornale che documenta fatti di guerra.
Ieri mentre leggevo un articolo della BBC con le notizie attuali sul conflitto in Etiopia, una mia amica che vive ad Addis Abeba mi ha inviato un sms vocale; lei era a conoscenza dell’arresto del fratello di mia moglie e ci ha esortati a non perdere la speranza malgrado la brutta situazione.
È stato bello, confortante ascoltare il suo messaggio in un momento così triste; sarebbe bello che questa speranza si concretizzasse non solo per la liberazione del mio carissimo parente.
Il sogno è che accadano eventi con la stessa potenza mediatica che ha riscosso “il caso Greta”, la ragazza non più adolescente che ha scosso il mondo riguardo i problemi dell’ambiente e dell’ecologia. Eventi guidati da chi nella politica italiana possa dare voce a chi vorrebbe un mondo senza guerra.
Impegnarsi in una propaganda che arrivi a “contagiare” altre nazioni e vedere finalmente che oltre ai problemi dell’ambiente anche una vita all’insegna della Pace tra i popoli, diventi argomento che susciti attenzione di tutti, di una nazione, di un continente. Quindi non pensiamo ad un programma televisivo, ad un concerto o una manifestazione, ma ad un’esigenza di vita che risulti non occasionale ma che ci veda tutti come operatori di Pace.
Riccardo Netti
3 dicembre 2021
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