Ministero dell’Interno: sbarchi in calo nel 2006
by Redazione
Posted on Gennaio 11, 2007
Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero dell’Interno l’immigrazione clandestina via mare ha registrato un decremento del 4,5% rispetto al 2005: in totale 22.016, 923 persone in meno.
Nel 2005 gli sbarchi risultarono quasi raddoppiati rispetto al 2004: da 13.635 persone a 22.824 persone. Si deve considerare che rappresentano una parte meno consistente rispetto alle altre forme di irregolarità nel nostro Paese: il 14% nel 2005, mentre il 25% riguardava l’ingresso dai Paesi Schenghen, e il 60% costituito dai migranti dopo la scadenza di visto o autorizzazione al soggiorno.
L’unico dato in controtendenza è rappresentato da un incremento nel numero di donne: da 851 nel 2005 a 1.059, anche se di numero inferiore rispetto alla netta prevalenza maschile: 19.622 (da 20.466), e ai minori 1.335 (1.622)
Le coste siciliane vedono ancora il maggior numero di arrivi: 21.400 (da 22.939) – 477 sbarchi in totale – di cui 18.096 immigrati a Lampedusa; in misura inferiore hanno riguardato: Calabria 282 (da 88), Puglia 243 (19), e Sardegna 91 (8).
Nella graduatoria delle nazionalità non vi sono grandi cambiamenti nel 2006, con i marocchini (da 8.146), gli egiziani (4.478), gli eritrei (2.859) e tunisini (2.312) tra i primi. Dall’Asia la nazionalità più rappresentata rimane il Bangladesh (da 504), seguita da Pakistan (183), Libano (95) ed Afghanistan (40).
Il traffico è gestito da organizzazioni criminali che si avvalgono, in relazione alle diverse nazionalità coinvolte, di diversi intermediari. Nel 2006 l’azione di contrasto ha permesso di arrestare centinaia di persone coinvolte nella tratta di esseri umani.
Questi risultati sono dovuti principalmente “alla proficua attività di cooperazione con i maggiori Paesi del Nord Africa e, in particolare, i passi avanti fatti nel dialogo con la Libia” – crocevia anche delle migrazioni tra l’Africa orientale e i Paesi euro-mediterranei – così come agli accordi nel settore del lavoro e formazione firmati con l’Egitto, a cui si è aggiunta ultimamente una parte riguardante il rimpatrio degli immigrati clandestini.
Questi dati certamente ci rassicurano, almeno non dovrebbero mai più ripetersi i tristi epiloghi che talvolta caratterizzano questi “viaggi della speranza”, a dicembre ricorreva il decennale dei morti in prossimità delle coste di Portopalo, in Sicilia.
D’altra parte non ci devono distogliere dal considerare in profondità le cause socio-economiche e la necessità di una gestione dei fenomeni migratori, coordinata a livello europeo – anche relativamente alle espulsioni – togliendo il terreno ai trafficanti di manodopera ed al loro esorbitante lucro, con politiche di cooperazione allo sviluppo, di programmazione e controllo dei flussi, in maniera da tenere presente nello stesso tempo gli interessi del Paese che accoglie insieme a quelli dei Paesi di provenienza.
Non solo accordi di riammissione degli irregolari, ma strumenti per favorire l’immigrazione legale.
Dario Porta
11 gennaio 2007
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