Ma come si fa?
by Redazione
Posted on Aprile 23, 2008
Lo so bene che per i salotti della sinistra, uno come Storace sia quanto di più lontano. Lo so. Del resto quel certo disagio e quella sottile paura che se lo contraddici ti possa manganellare, la provo anch’io. Però bisogna ammettere che la sua politica sa di sudore e di terra, di lotte e di schiaffoni, di fede e di retorica. Comunque non sa di tappo, né di plastica.
Ciaonè, 23 aprile 2008
Lo so bene che per i salotti della sinistra, uno come Storace sia quanto di più lontano. Lo so. Del resto quel certo disagio e quella sottile paura che se lo contraddici ti possa manganellare, la provo anch’io. Però bisogna ammettere che la sua politica sa di sudore e di terra, di lotte e di schiaffoni, di fede e di retorica. Comunque non sa di tappo, né di plastica.
Da avversario antropologico della destra, mi capita oggi di voler leggere in un modo nuovo Francescone Storace. Se penso al suo ex capo Gianfranco Fini, mille volte meglio lui. Certo Fini è più magro e più alto. Intercala con un filo di bolognese che è molto più gradevole della voce da Er Piotta che ha Storace. Fini è più compito, soprattutto da quando ha smesso le cravatte che sembravano disegnate da un Van Gogh con la menopausa, da quando non porta più la spilletta al colletto rotondo della camicia, o gli occhiali e il bavero del loden rialzato come i coatti antichi che puntavano le concorrenti di Miss muretto ad Alassio negli anni 60. Detto questo però, se proprio devo scegliere, mi fa più paura Fini e preferisco Francesco, che ti schiaffeggia, ma poi ti chiede anche scusa, magari. Gianfranco con il lucido cinismo di un computer di bordo, si prepara da vent’anni a succedere a Berlusconi che, vent’anni fa, nemmeno stava ancora in politica. A Fiuggi scioglie AN, poi va in Israele a sparlare dei suoi nonni, poi mente spudoratamente dicendo di volere il voto per gli immigrati. Ingoia Bossi, Mario Segni, il partito unico di Berlusconi, lasciandosi dare una lezione di dignità persino da Casini. Oggi annuncia che andrà alla presidenza della Camera e lascerà il partito. Quale partito, nessuno lo sa.
Tutto è pronto per la successione: Fini, ha ormai quello che ci vuole, non è più nulla, non è mai stato nulla o, se lo è stato, nessuno se lo ricorda.
Ciaonè, 23 aprile 2008
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