Scontro di civiltà
by Redazione
Posted on Luglio 26, 2011
Se ne torna a parlare, a causa dei fatti che accadono e di qualche testo recentemente uscito. Riprendiamo ciò che avevamo scritto un po’ di tempo fa, ma voi cosa ne pensate?
Mi spiace per le attiviste di Oratori alla Riscossa che ne negano sempre l’ esistenza, ma lo scontro di civiltà esiste. Eccome se esiste. Capisco che nei convegni dal titolo “ l’ immigrato m’è fratello a me!” dove si dà appuntamento l’ intellighenzia cattopacioccona si debbano negare le spine più aguzze del destino e della storia, ma non è salutare negare la luce del sole.
Vediamo le ultime. Notizia di oggi: la Consulta dichiara legittimi i matrimoni tra un italiano e un clandestino, smontando così un architrave del pacchetto – sicurezza. Sempre oggi, apprendiamo che il filosofo della Lega, Mario Borghezio, definisce buone, in certi casi ottime, le tesi del mostro norvegese. Se fate un paragone tra i due fatti come lo chiamate, acceso dibattito? No, è uno scontro di civiltà.
Guardiamo un po’ più indietro, ma non tanto: obiettivamente, Bersani e Scilipoti vi paiono appartenere allo stesso genere? E pensate che non ci sia scontro di civiltà tra la poetica di Giorgio Caproni e quella di Sandro Bondi? Andiamo su! Io credo che nel momento in cui prenderemo atto che lo scontro di e tra civiltà è la costante del genere umano, torneremo ad apprezzare l’ utilità delle regole democratiche, indispensabili per impedire, almeno qualche volta, che l’ inevitabile conflitto degeneri in sangue e stridore di denti.
E invece no. Pare quasi che essere sinceri democratici e pii credenti voglia dire appartenere ad una eletta schiera di sorridenti sempliciotti sempre pronti a scambiare il perimetro della propria parrocchia con l’ universo mondo. Provate a prestare orecchio ad uno che si considera uno di voi e che se vi sfotticchia un po’ è solo per scuotervi dalla sonnolenza: non è bene negare lo scontro, sarebbe bene adoperarsi per prevenirlo. E per farlo, non credo ci sia bisogno di un nuovo vecchissimo soggetto politico cattolico ma di una nuova soggettività politica anche dei cattolici, senz’ altro sì. Ci sono un sacco di doveri civici cui abbiamo disatteso, chiudendo gli occhi al mondo vero per sostituirlo con il mondo che avremmo voluto. E’ tempo di darsi da fare, partendo dalla realtà per trasformarla.
Fabrizio Molina
26 luglio 2011
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