L’agenda europea sull’immigrazione: mezzo passo. Il Centro Astalli chiede un deciso cambio di marcia
by Redazione
Posted on Maggio 13, 2015
Nonostante alcuni flebili segnali positivi il Centro Astalli (la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS) esprime perplessità e preoccupazione per l’approvazione dell’agenda sull’immigrazione da parte della Commissione europea.
“Ci pare – scrivono nel comunicato che riportiamo quasi integralmente – una misura decisamente positiva il ricollocamento dei rifugiati in tutti i paesi dell’Unione secondo indici precisi. Finalmente si supera di fatto il Regolamento di Dublino che obbliga a chiedere asilo nel primo paese europeo in cui si giunge.” Restano importanti nodi da sciogliere.
Eccoli, secondo il Centro Astalli
• Anche il piano europeo di reinsediamento dei rifugiati è una misura positiva che l’Unhcr e i principali enti di tutela, tra cui il Centro Astalli, chiedevano da tempo. Tuttavia il numero di 20.000 ingressi annuali ipotizzato per l’intera Unione è assolutamente irrisorio rispetto al numero di rifugiati che cercano di giungere in Europa. Un piano di queste dimensioni non può rappresentare una valida alternativa al traffico di esseri umani.
• L’annunciata e pure auspicabile operazione di contrasto al traffico di esseri umani, se non accompagnata dalla contestuale attivazione di canali umanitari sicuri, costringerebbe i migranti a rimanere bloccati nei paesi di transito. Si tratterebbe di una sorta di respingimento di fatto in paesi, come la Libia, che attualmente non assicurano condizioni di sicurezza adeguate e il rispetto dei diritti umani.
• La portata innovativa del ricollocamento dei rifugiati è al momento purtroppo fortemente contrastata dall’opposizione di paesi dell’Unione come la Gran Bretagna, la Slovacchia e la Repubblica Ceca che si rifiutano di accettare tale misura.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, auspica che “nei successivi passaggi di approvazione del’agenda europea, prima al consiglio e poi al parlamento, l’Unione e i singoli Stati trovino il coraggio e la volontà di trasformare un mezzo passo verso una politica di accoglienza dei rifugiati in un deciso cambio di marcia verso una politica europea finalmente adeguata ai principi fondanti di giustizia e solidarietà dell’Unione. Sono morti fin troppi innocenti non c’è più tempo da perdere!”
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