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La strada giusta

by Redazione

Il fatto: la signora Dounia Ettaib, vice presidente dell’associazione delle donne marocchine in Italia, voleva costituirsi, assieme alla sua associazione, parte civile contro quei cavernicoli che, qualche mese fa, hanno ammazzato la giovane pakistana Hina perché, secondo loro, voleva vivere troppo all’occidentale e non si sottometteva alle tradizioni. Perdipiù, Hina frequentava un ragazzo che alla famiglia non piaceva. Tanto per la cronaca i massacratori sono il padre e un certo altro numero di parenti di primo grado. Tanto per dire che a volte la famiglia complica!

Ciaonè, 2 luglio 2007

Il fatto: la signora Dounia Ettaib, vice presidente dell’associazione delle donne marocchine in Italia, voleva costituirsi, assieme alla sua associazione, parte civile contro quei cavernicoli che, qualche mese fa, hanno ammazzato la giovane pakistana Hina perché, secondo loro, voleva vivere troppo all’occidentale e non si sottometteva alle tradizioni. Perdipiù, Hina frequentava un ragazzo che alla famiglia non piaceva. Tanto per la cronaca i massacratori sono il padre e un certo altro numero di parenti di primo grado. Tanto per dire che a volte la famiglia complica!

La signora Ettaib, che vive in Italia da una ventina d’anni, ha inteso ribellarsi a questa barbarie e, com’era prevedibile, è stata pesantemente minacciata. Ha ricevuto subito molta solidarietà e, per fortuna, la scorta. Inoltre, grazie al sostegno dell’onorevole Santanchè, otterrà dal Ministero degli Interni la cittadinanza. Dopo vent’anni di Italia e quattro di formale richiesta, un marito ed un figlio italiani, un lavoro alla Provincia di Milano. Il ministro Amato, lui sì intelligente per davvero e con uno spiccato senso di vergogna per le istituzioni, gli ha promesso che diventerà italiana in settimana. Evviva! Ci fosse stato un altro, magari l’avrebbe nascosta da Don Benzi a spese dello Stato, oppure in qualche casa famiglia per donne bruciate dall’acido o vittime della tratta, o in qualche stamberga a tremila metri di altezza. E poi avrebbe preso parte al primo convegno sulle diversità culturali che gli capitava. Amato ha fatto la cosa più normale a cui molti ipocriti stanno applaudendo: farla italiana secondo diritto, per segnare lo spartiacque tra la civiltà e l’abominio.

Ciaonè, 2 luglio 2007


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