La grande politica accade. Altrochè!
by Redazione
Posted on Aprile 18, 2016
Ieri era una normale e calda domenica di Aprile, uno di quei giorni fatti apposta per pennichelle megagalattiche, movimenti lenti, frasi riflettute. E per un poco, di sana pigrizia. Una domenica che, se non fosse stato per il referendum sulle trivelle, non sarebbe mai stata scritta nei libri di storia.
Eppure la grande politica accade; la storia succede, anche se a volte sembriamo non accorgercene.
Ieri di appuntamenti con la grande politica ne abbiamo avuti addirittura due. Uno più rilevante dell’altro.
Il deputato turbo-renziano Ernesto Carbone, appreso che il quorum non era stato raggiunto, ha twittato la sua felicità con un bel “ciaone” per sfottere chi a votare ci è andato e sperando che il suo capo lo leggesse per fargli i complimenti appena finito di imitare Crozza. Un gesto politico enorme, dirompente, sintetico, destinato a restare e mettere radici nel futuro. Altro che “liberté, egalité, fraternité”, oppure “I have a dream”, che è tutta roba vecchia e non se ne può davvero più.
Poi, secondo fatto storico, c’è stato il ritiro dalla competizione per sindaco di Roma di Antonio Razzi, altro cavallo di razza della scuderia Crozza.
Quale dei due fatti è stato quello più rilevante? Non si dispiaccia Razzi, ma il ciaone non si batte. C’è dentro tutto il distillato politico di questi splendidi quarantenni. Che lo faranno davvero il mondo nuovo, lo faranno eccome. E quando sarà pronto, lo sottoporranno a referendum. A cui non si dovrà rispondere con un sì o con un no, come si faceva una volta, ma con “scialla” o “ciaone”.
Fabrizio Molina
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