La caduta dell’ultimo totem
by Redazione
Teoricamente sarei già quasi pronto per partire per le ferie. Non mi preoccupo tanto del passaporto, dell’accappatoio da comprare o delle aspirine da non dimenticare; la cosa che mi impegna molto quando sto per andare è lo sforzo per convincermi che starò da dio. I propositi che faccio di non essere del mio normale malumore e di provare a stare bene. Non dico divertirmi, perché il termine mi innervosisce, ma almeno…
E quest’anno, ci stavo pure riuscendo e, invece, tutto è andato di traverso. Mi tocca ricominciare con il training autogeno.
Mi ha devastato l’umore leggere che Marco Pannella ha cacciato Emma Bonino dal Partito Radicale. E lei che lo viene a sapere dai giornalisti ai quali dà dei matti. Non guardatemi come un alieno, è una tragedia. Può mai essere che cada pure l’ultimo totem? Non sono mai stato radicale, ma ho imparato da quei due cosa sia la cocciuta speranza, l’impegno a offrire tutto se stessi per un obiettivo. Comportamento non riconducibile, nel loro caso, all’altruismo cristiano al quale io credo, ma all’idea liberale e radicale dell’autodeterminazione e dei diritti. Non esattamente la mia storia, ma una storia che con loro ho imparato ad amare.
E oggi? Vecchi, aggrediti da tumori multipli, spettatori indomiti di un secolo civile che non è stato solo di vittorie, ma neanche solo di sconfitte, con un partito ormai finito e nessuno che trovi il coraggio di dirglielo, con frotte di loro figli politici che da decenni sono in pensione per età o per fallimento e con loro che offrono ancora ghandianamente il loro corpo ad uno speranza, parola stupenda oramai in disuso.
Emma Bonino e Marco Pannella, l’horror vacui di battaglie che nessuno purtroppo gli chiede più di fare e forse per questo, sapendo da sempre solo combattere, si voltano uno verso l’altra, si guardano come si vedessero per la prima volta, muti si salutano prima che le spade affondino nel costato dell’altro. Sembra un duello, ma è un suicidio.
Fabrizio Molina
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