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Italia multietnica: potenzialità e rischi di una nuova identità culturale

Le proposte di riforma della legge sulla cittadinanza aprono il dibattito sul futuro di un’Italia più inclusiva: tra opportunità di arricchimento e timori di perdita delle tradizioni, è fondamentale un approccio equilibrato per una società coesa e armoniosa. Da un articolo apparso di recente sul sito della Uil che si occupa di immigrazione (www.uil.it/immigrazione), riceviamo e volentieri pubblichiamo, considerata anche l’importanza dell’argomento e l’estrema attualità

(di Beppe Casucci, vicepresidente NELL)

L’Italia, come molte altre nazioni europee, sta vivendo una trasformazione demografica che la spinge verso una società sempre più multietnica. Questa evoluzione porta con sé una serie di potenzialità significative, ma anche rischi e sfide che richiedono una riflessione approfondita, specialmente alla luce delle proposte di riforma della legge sulla cittadinanza. La questione della cittadinanza per i figli di immigrati, in particolare, è al centro del dibattito, poiché rappresenta un punto cruciale per l’integrazione e la coesione sociale. Si tratta, in fondo, di mettere sotto tiro una doppia discriminazione: da una parte quella prodotta dalla legge 91/1992 che ha raddoppiato da 5 a 10 anni i termini per la “naturalizzazione” degli adulti; l’altra che ha portato fino ai 18 anni di età la possibilità per i giovani stranieri nati in Italia e che vi abbiano risieduto ininterrottamente, di chiedere di diventare italiani (contro i 10 degli adulti). Proprio ieri Riccardo Magi di + Europa ha depositato in Cassazione la proposta di un referendum abrogativo di alcune norme chiave della legge 91, con l’obiettivo di portare per tutti gli stranieri residenti da 5 anni nel nostro Paese (adulti o minori) la possibilità di chiedere la cittadinanza. Le potenzialità di una società multietnica sono molteplici e possono arricchire l’Italia sotto diversi aspetti. Culturalmente, l’integrazione di diverse tradizioni, lingue, e prospettive può contribuire a rendere la società più aperta, dinamica e innovativa. La presenza di diverse comunità può arricchire il panorama culturale, portando nuovi stili artistici, gastronomici, e valori che arricchiscono la vita quotidiana. Sul piano economico, una società multietnica può beneficiare della diversificazione delle competenze e della creatività che derivano dall’incontro di differenti esperienze di vita. Inoltre, in un contesto di invecchiamento della popolazione italiana, i nuovi arrivati e le seconde generazioni possono fornire un contributo fondamentale al mantenimento del sistema produttivo e previdenziale del paese.

Le proposte di riforma della legge sulla cittadinanza, come quelle che prevedono un accesso più facile alla cittadinanza per i figli di immigrati, rappresentano un’opportunità per affrontare una delle criticità principali dell’attuale sistema: la mancanza di appartenenza e il senso di esclusione che molti giovani nati e cresciuti in Italia, ma privi di cittadinanza, sperimentano quotidianamente. Facilitare l’accesso alla cittadinanza significa non solo riconoscere un diritto, ma anche promuovere l’integrazione effettiva di questi giovani nella società, rafforzando il loro senso di appartenenza e impegno civico.

Tuttavia, i rischi di una società multietnica non possono essere ignorati. Una delle preoccupazioni più diffuse è quella dell’inquinamento dell’identità culturale italiana. Alcuni temono che l’afflusso di nuove culture possa portare a una perdita delle tradizioni e dei valori che caratterizzano la nazione. Questo timore è spesso alimentato da una percezione di insicurezza culturale e dalla paura che la coesione sociale possa essere compromessa. Senza politiche efficaci di integrazione, il rischio di creare comunità parallele e segmentazione sociale è reale. L’assenza di dialogo e interazione tra le diverse comunità potrebbe portare a tensioni, pregiudizi e, in alcuni casi, a conflitti aperti.

La riforma della legge sulla cittadinanza può essere vista sia come una risposta a questi rischi, sia come una misura che necessita di essere accompagnata da un insieme più ampio di politiche. Per esempio, l’educazione interculturale nelle scuole, programmi di inserimento lavorativo, e iniziative che promuovano il dialogo tra comunità diverse sono essenziali per costruire una società in cui le differenze non siano percepite come una minaccia, ma come un valore aggiunto. È importante che le istituzioni svolgano un ruolo attivo nel facilitare l’integrazione, attraverso la promozione di politiche che non solo accolgano, ma anche valorizzino le diversità. Un altro rischio da considerare è la possibilità che l’integrazione non sia percepita come equa da tutti i cittadini. La percezione di una competizione per le risorse, come lavoro, alloggi e servizi pubblici, può alimentare sentimenti di risentimento e ostilità verso le nuove comunità. Pertanto, è essenziale che le politiche pubbliche siano progettate in modo da evitare qualsiasi percezione di disparità, promuovendo l’inclusione senza creare divisioni. In conclusione, una società multietnica rappresenta un’opportunità straordinaria per l’Italia, ma per sfruttarne appieno i benefici è necessario affrontare le sfide con politiche lungimiranti e inclusive. La riforma della legge sulla cittadinanza può essere un passo importante, ma deve essere parte di una strategia più ampia che miri a costruire una società coesa, in cui ogni individuo, indipendentemente dalle sue origini, possa contribuire al bene comune.


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