Indici di integrazione – cittadinanza sociale e politica
by Redazione
Posted on Aprile 5, 2007
Il CNEL nel suo V rapporto descrive la geografia dell’integrazione in Italia per regione e provincia ponendo tra i primi, nelle graduatorie degli indici prescelti, le realtà del nord Italia, dove in alcuni casi più del 10% della popolazione è rappresentata da migranti e peraltro le questioni della sicurezza e le paure connesse sfociano in iniziative eclatanti, di largo impatto mediatico, come le “ronde padane”.
L’intento del rapporto è quello di comparare le potenzialità di attrazione della presenza immigrata nelle diverse aree del Paese, regioni e capoluoghi di provincia, cioè le condizioni più favorevoli alla accoglienza, ai processi di integrazione sociale, ad una convivenza ordinata, attraverso indicatori strutturali: casa, lavoro, scuola, servizi.
L’occupazione dei migranti si concentra soprattutto nelle regioni del nord, in particolare nel nord-est, più del 60% secondo l’ISTAT, mentre un quarto nelle regioni del centro e il 10% nel mezzogiorno. Il lavoro è in effetti un elemento fondamentale, ma non l’unico, di integrazione insieme alla scuola e alla conoscenza della lingua; bisogna considerare anche che nelle stesse realtà di più elevata coesione sociale iniziative in favore dei diritti di cittadinanza sociale e politica sono portate avanti dalle amministrazioni locali.
Infatti, le condizioni materiali non sono sufficienti; di conseguenza per efficaci politiche di integrazione e coesione sociale sono fondamentali non solo le misure volte a colmare le disuguaglianze economiche e sociali, ma anche a garantire pari opportunità di accesso, partecipazione indiscriminata, uguaglianza sostanziale, assicurando l’estensione e l’effettiva fruizione dei diritti. Politiche organiche e coordinate a livello locale e nazionale hanno bisogno innanzitutto – come indicato dal CNEL – della collaborazione interistituzionale, della concertazione sociale, della sussidiarietà sociale, del coinvolgimento delle associazioni. Utile in questo senso il riferimento all’impegno di Governo e Parlamento ad una nuova regolazione della cittadinanza, e ad una nuova disciplina sull’immigrazione.
Il nuovo sistema di acquisto della cittadinanza italiana previsto dalla proposta di testo unificato di modifica alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, Nuove norme sulla cittadinanza secondo il principio dello ius soli, che valorizzi l’appartenenza fisica e sociale alla comunità, l’adesione ai principi costituzionali costituiscono elementi fondanti della disciplina di riforma. D’altra parte, visto l’accidentato percorso della legge sulla cittadinanza, il riconoscimento e l’esercizio del voto amministrativo risulterebbe come il graduale recepimento da parte della Comunità italiana della rilevante innovazione.
Il diritto di elettorato attivo e passivo per i cittadini stranieri a livello amministrativo rappresenta indubbiamente una tappa fondamentale in un percorso che va nella direzione di una più compiuta democrazia.
Dario Porta
(5 aprile 2007)
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