In ginocchio da te
Il calcio si ribella al razzismo inginocchiandosi simbolicamente. Una bella iniziativa in cui tutti i calciatori, prima della partita, si inginocchiano pochi secondi, come a scusarsi con chi subisce atti di razzismo. Anche se ovviamente non sono loro a compierli. I calciatori del campionato europeo in corso, lo stanno facendo e io credo sia importante. E se anche non cambierà la realtà, meglio un gesto inutilmente simbolico che un gesto di razzismo concreto. Se fossi con loro mi inginocchierei anch’io. Anzi, ora che ci penso, la prossima partita lo farò a casa mia. Potremmo farlo tutti, che dite? Detto ciò, ieri sera, durante la partita Italia-Galles, i gallesi si sono inginocchiati tutti. Gli italiani non più di sette o otto. Gli altri in piedi. Qualunque sia stato il motivo, chi non si è inginocchiato ha sbagliato. Più che sbagliato, ha impersonato un temporale di cretinismo. Liberi loro di non inchinarsi, libero io di definirli cretini. Detto ciò, trovo intollerabile che i due commentatori RAI, Alberto Rimedio e Antonio Di Gennaro, abbiano voluto minuziosamente fare i nomi di chi era rimasto in piedi. Non mi piacciono queste cose, cavalcano buoni sentimenti per avere successo a prezzi scontati. Se uno non commette reati ha diritto di essere stupido, senza essere esposto agli insulti della rete che poi gli saranno vomitati addosso da gente che di solito è razzista con gli antirazzisti e viceversa. Se ci piace ancora la libertà dobbiamo garantirla a tutti, anche ai cretini. Anche se non sanno usarla, anche se è un regalo immeritato.
Fabrizio Molina
pexels-life-Foto di Life Matters da Pexels
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