Informazioni personali

Dettagli di fatturazione

Per effettuare una donazione tramite bonifico bancario, è necessario seguire i seguenti passaggi:

  • Eseguire un bonifico bancario a favore di "Associazione Nessun luogo è lontano"
  • IBAN: IT65P0832703243000000003948
  • c/c in essere presso Banca di Credito Cooperativo di Roma - Ag. 121
  • Come causale, indicare "Donazione per "Banca di Credito Cooperativo di Roma - Ag. 121"
  • Inviare copia del bonifico effettuiato a: [email protected]

Vi informiamo che  da gennaio 2020 è cambiato il bonus fiscale in favore delle associazioni del terzo settore.

Per maggiori informazioni:

https://quifinanza.it/fisco-tasse/maxi-bonus-fiscale-cosa-prevede-riforma-terzo-settore/348450/ GRAZIE!

Totale della donazione: €100,00

Governare l’immigrazione: eppure bisogna provarci

by Redazione

A volte si ha la sensazione che il progetto a parole largamente condiviso di dare all’immigrazione un governo, sia destinato a rimanere un sogno o una illusione. L’ultima volta, in ordine di tempo ciò si è verificato con il disegno di legge Sarubbi/Granata, i nomi dei due esponenti di PD e PDL che hanno voluto tentare l’impresa di dare una norma decente alla cittadinanza. Un progetto minimo se non minimalista, che molti hanno visto positivamente più per lo sforzo di superare le barriere ideologiche ed elettoralistiche che per vera e completa condivisione; un progetto che ha avuto sin dall’inizio un percorso accidentato, come molti vaticinavano in entrambi gli schieramenti.
Eppure mettendo in fila i fatti non dovrebbe essere difficile convenire sul fatto che qualcosa di serio occorrerebbe fare.

L’Italia subisce varie forme di arrivo, ma non sa regolamentarle. Non riesce a districarsi minimamente con i permessi di soggiorno, le regolarizzazioni, la protezione ai richiedenti asilo. Non ha alcuna idea di come gestire e distinguere i clandestini tout – court dai neo – clandestini perché rimasti senza lavoro. Non ha la più pallida idea di come garantire i profughi, difendersi dai mercanti di uomini, reprimere la tratta, ringiovanire la propria età media garantendo una buona e certa cittadinanza. L’Italia non sa fare politiche di integrazione scolastica, di dislocazione urbana, di parificazione dei diritti dei lavoratori. Non sa distinguere chi ama l‘Italia da chi la odia pur abitandola da generazioni. Non sa far rispettare i doveri imposti, né garantire l’esigibilità dei diritti riconosciuti. E questo purtroppo con poche differenze di schieramento politico.

Intendiamoci, la Turco – Napolitano era molto meglio della Bossi – Fini, tanto per dirne una; ma ciò che accumuna gli schieramenti politici nella mediocrità è altro: ad entrambi manca la convinzione profonda che occorra dare all’immigrazione un governo di sistema, che parta dagli sbarchi e arrivi al diritto di voto. Manca ad entrambi l’idea che la fenomenologia degli spostamenti umani sia legata più all’antropologia del mondo che alla sociologia della contingenza. In entrambi difetta la visione di ciò che al riguardo andrebbe fatto: chiedersi che idea abbiamo del nostro Paese, che cosa vogliamo farne, come ce lo immaginiamo tra una quindicina d’anni. O anche meno. E dopo aver risposto a queste domande, provare a disegnare un progetto davvero politico, davvero complessivo, davvero di sistema. E alle obiezioni di donchisciottismo sorridere, ricordando che l’Italia di qualche decennio fa, che non sarà stata perfetta, ma che univa alla consueta maggioranza di mediocri una discreta pattuglia di eccellenze, è stata l’Italia della riemersione dal fascismo e della Costituente, quella del piano – casa di Fanfani e quella del piano energetico di Mattei, del programma di industrializzazione e alfabetizzazione di massa.

Anche lì albergavano mariuoli e faccendieri, ma venivano di tanto in tanto infastiditi dal grande sindacalismo e dalla Confindustria, dalla questione morale sollevata da Berlinguer e dal popolarismo cattolico di Aldo Moro. Sono d’accordo che non si possa rispondere a questo sconclusionato presente con la nostalgia del passato, perché scivoleremmo verso una irrecuperabile depressione collettiva; ciò che vorrei invece, ciò che non mi stanco di desiderare è che, anche in occasione di questa campagna elettorale per le regionali, qualche autorevole candidato presidente si alzi a dire che vuole dal Parlamento una proposta di legge per una Costituente per la Cittadinanza e che la chiede non per tutelare meschini interessi di bottega, ma a difesa del Paese che ama.

Fabrizio Molina

15 febbraio 2010


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cerca

Archivi