Facciamo un po’ d’ordine
by Redazione
Posted on Febbraio 8, 2007
Dunque, vediamo se ho capito. Partendo dalla fine. Esistono un certo numero di comitati che stanno lavorando per celebrare il prossimo anniversario della morte di Marco Biagi. E, c’è da giurarci, se ne formeranno altrettanti quando ci sarà da ricordare quello di Massimo D’Antona.
Li ho conosciuti piuttosto bene, li ho stimati, vi risparmio il pistolotto! Ho conosciuto Marina Biagi, gran donna, che prosegue sottovoce un lavoro di diffusione del pensiero del marito, sostenuta e aiutata dai suoi allievi di un tempo: su tutti Michele Tiraboschi. Sono amico di Olga Di Serio e conosco la sua bella famiglia, bella al punto che quella famiglia è il vero successo suo e di suo marito Massimo D’Antona. Più ancora dei traguardi raggiunti per il suo eccelso valore di studioso. Olga è preparata e tosta, forte in modo inversamente proporzionale alla sua lievissima fisicità.
Ciaonè, 8 febbraio 2007
Dunque, vediamo se ho capito. Partendo dalla fine. Esistono un certo numero di comitati che stanno lavorando per celebrare il prossimo anniversario della morte di Marco Biagi. E, c’è da giurarci, se ne formeranno altrettanti quando ci sarà da ricordare quello di Massimo D’Antona.
Li ho conosciuti piuttosto bene, li ho stimati, vi risparmio il pistolotto! Ho conosciuto Marina Biagi, gran donna, che prosegue sottovoce un lavoro di diffusione del pensiero del marito, sostenuta e aiutata dai suoi allievi di un tempo: su tutti Michele Tiraboschi. Sono amico di Olga Di Serio e conosco la sua bella famiglia, bella al punto che quella famiglia è il vero successo suo e di suo marito Massimo D’Antona. Più ancora dei traguardi raggiunti per il suo eccelso valore di studioso. Olga è preparata e tosta, forte in modo inversamente proporzionale alla sua lievissima fisicità.
Evito in genere di scrivere di chi conosco e a cui voglio bene. Nell’amore come nell’avversione sono tifoso, non sportivo. Faccio un’eccezione per cercare di capire se sia giusto che chi ha avuto la sventura di sopravvivere a certi dolori, debba pure sopportare che, ad esempio, due mezze calze di politici abbiano negato di intitolare loro un’aula della Provincia di Bologna. Oppure se abbia senso che gli sventurati sopravvissuti debbano venire a sapere che le due mezze calze avrebbero anche acconsentito alla dedica, a patto che si estendesse ai caduti sul lavoro. Come se Biagi e D’Antona fossero caduti da un’impalcatura e non massacrati dai “compagni che sbagliano”.
Faccio un’eccezione per domandarmi il senso di un convegno politico dei DS in un cinema, dove la D’Antona non riesce a superare il foyer, l’ex procuratore di Milano D’Ambrosio è silente in sala e Sofri sul palco, a testimonianza di Dio sa cosa.
Ciaonè, 8 febbraio 2007
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