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Eu-Rom: emergenza e strategia

by Redazione

 

In queste settimane l’attenzione delle istituzioni europee si è rivolta alla “questione Rom”, in Italia, in particolare, ed in generale in tutti gli Stati membri.
Il Parlamento europeo ha approvato, lunedì scorso, una risoluzione (336 voti favorevoli, 220 contrari e 77 astensioni) con la quale condanna tutte le forme di razzismo e discriminazione sui Rom e altri chiamati “zingari”.

 

Per quanto riguarda i provvedimenti approvati dal Governo italiano, gli eurodeputati hanno esaminato il decreto del 30 maggio 2008 che dichiara lo stato di emergenza, fino al 31 maggio 2009, relativamente ai campi nomadi nelle regioni Lazio, Campania e Lombardia. Sulla base di questo provvedimento sono state emanate tre ordinanze con le quali si nominano i prefetti di Roma, Napoli e Milano commissari per la c.d. emergenza Rom, attribuendo loro poteri straordinari anche per l’identificazione e censimento delle persone e dei nuclei familiari presenti nei campi attraverso rilievi segnaletici.
Le autorità italiane sono invitate dall’Europarlamento ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei Rom, inclusi i minori, «ciò costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l’origine etnica, vietato dall’articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e per di più un atto di discriminazione tra i cittadini dell’UE di origine rom o nomadi e gli altri cittadini, ai quali non viene richiesto di sottoporsi a tali procedure». I deputati europei ritengono «inammissibile» che, con l’obiettivo di proteggere i bambini, questi «vedano i propri diritti fondamentali violati e vengano criminalizzati»; affermano, altresì, nel documento approvato, che il miglior modo per proteggere i diritti dei minori rom è invece quello di «garantire loro parità di accesso a istruzione, alloggi e assistenza sanitaria di qualità, nel quadro di politiche di inclusione e di integrazione, e di proteggerli dallo sfruttamento».

E’ auspicabile certamente una reale strategia dell’Ue: «rafforzare ulteriormente le politiche europee riguardanti i rom» come affermato dal Pe in tale documento. In particolare, questo è realizzabile attraverso il coordinamento delle politiche degli Stati membri da una parte e quelle delle istituzioni europee dall’altra, favorendone l’attuazione con i Fondi strutturali.
E’ fondamentale, d’altro canto, affrontare la questione innanzitutto a livello nazionale attraverso l’essenziale riconoscimento dello status di minoranze linguistiche di Rom e Sinti, la promozione e la valorizzazione delle diverse espressioni presenti nel Paese. Inoltre, occorrono politiche sociali adeguate ai bisogni e interventi mirati in diversi settori e improntati all’accoglienza e tutela delle diversità, al rispetto della dignità umana e al ripristino, ove necessario, della legalità nonché alla garanzia dell’ordine pubblico, dinamiche fondamentali per un comune vivere civile. Infine, si dovrebbero promuovere percorsi per creare più efficaci strumenti di partecipazione e rappresentanza dei nomadi nelle comunità locali con un reale coinvolgimento e una più intensa loro partecipazione a livello sociale e politico.

L’incontro tra la Commissione europea ed il Governo italiano, tra il premier Berlusconi ed il Presidente Barroso, si è svolto al fine di illustrare i provvedimenti approvati dall’Esecutivo in quanto la Commissione aveva chiesto alle autorità italiane di chiarire gli obiettivi ed il merito di tali misure, al fine di valutarne la proporzionalità e verificarne la compatibilità con i principi europei. Un vertice dell’Ue sulla questione dei Rom dovrebbe avere luogo il settembre prossimo al fine di delineare una strategia europea in materia, verso cui il Parlamento europeo ha inteso riaffermare con la risoluzione approvata la responsabilità propria e di tutti gli Stati membri.

Dario Porta

(17 luglio 2008)


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