Dov?eravamo rimasti?

Per qualche giorno non ci siamo sentiti. Tutta colpa del mio amico, il figlio di Silio, che mi ha fatto pressione per smettere di scrivere questa rubrichetta. Intediamoci, a lui piace, solo che dopo le elezioni vinte da Berlusconi, mi consiglia di piantarla. E mi ricorda che ho famiglia. Una famiglia e un’associazione con tanti amici da difendere. Povero amico mio. È vero che questa rubrichetta talvolta scazza, è vero pure che con infinito fastidio ho votato centro-sinistra (adoro perdere!), ma è commovente che il mio amico creda che il cazzeggio sia incompatibile con il centro–destra. Il cazzeggio e la satira sono incompatibili col potere, dunque anche col centro–sinistra.

Ciaonè, 8 maggio 2008

Per qualche giorno non ci siamo sentiti. Tutta colpa del mio amico, il figlio di Silio, che mi ha fatto pressione per smettere di scrivere questa rubrichetta. Intediamoci, a lui piace, solo che dopo le elezioni vinte da Berlusconi, mi consiglia di piantarla. E mi ricorda che ho famiglia. Una famiglia e un’associazione con tanti amici da difendere. Povero amico mio. È vero che questa rubrichetta talvolta scazza, è vero pure che con infinito fastidio ho votato centro–sinistra (adoro perdere!), ma è commovente che il mio amico creda che il cazzeggio sia incompatibile con il centro–destra. Il cazzeggio e la satira sono incompatibili col potere, dunque anche col centro–sinistra.

Comunque voglio tenere un po’ tranquillo il figlio di Silio e prometto che sarò bravo. Un abbraccio dunque al neo ministro Calderoli, che ci promette che sarà il ministro della semplicità. Meno male, anche perchè per le cose intelligenti e difficili, ci vorrebbe qualcun altro. Un saluto al neo presidente della Camera Gianfranco Fini, che certamente quando ha detto che le bandiere bruciate sono peggio del giovane squartato a Verona, non si era ancora ripreso dall’ultimo week end. Un caloroso saluto al partito democratico che voleva cambiare il mondo e c’è riuscito meno dei quattro amici di Gino Paoli. E una scafetta alla sinistra comunista, che invece, alla fine, il vecchio mondo lo ha cambiato, sparendo se Dio vuole.

Un saluto a Rutelli, di cui Roma sente la mancanza già oggi, come del frullatore Girmi, dei coprivolante tigrati e dell’amaro Giuliani.

Ciaonè, 8 maggio 2008