Cosa non avrei dato
by Redazione
Posted on Novembre 14, 2008
Per la verità, quando al tramonto a volte resto un po’ con me stesso, non ho grandi rimpianti. E questo non certo perché io non abbia sbagliato, tutt’altro: ma perché col tempo ho imparato a voler bene anche ai molti errori; sarà che mi consentono di riconoscermi e di darmi una calmata nei frangenti in cui potrei montarmi la testa. Non ho neanche particolari nostalgie: la “sudade” è roba da brasiliani ed io somiglio di più ad un norvegese protestante. Più che altro io ho un certo rimpianto per i posti e le situazioni dove sarei voluto stare e, per vari motivi, non ho potuto.
Ciaonè 14 novembre 2008
Per la verità, quando al tramonto a volte resto un po’ con me stesso, non ho grandi rimpianti. E questo non certo perché io non abbia sbagliato, tutt’altro: ma perché col tempo ho imparato a voler bene anche ai molti errori; sarà che mi consentono di riconoscermi e di darmi una calmata nei frangenti in cui potrei montarmi la testa. Non ho neanche particolari nostalgie: la “sudade” è roba da brasiliani ed io somiglio di più ad un norvegese protestante. Più che altro io ho un certo rimpianto per i posti e le situazioni dove sarei voluto stare e, per vari motivi, non ho potuto.
Da piccolo avevo il rammarico di non essere stato presente a Little Big Horn con Toro Seduto e il generale Custer: beata innocenza, mica mi rendevo conto del pericolo che avrei corso. Da adolescente, ho avuto a lungo il rimpianto di non essere nato sulle montagne del modenese come Francesco Guccini, eroe della mia prima giovinezza. Mi sarebbe piaciuto stare in Bolivia con Che Guevara, in Francia con Robespierre, a Fontana di Trevi quando Totò la vende all’italoamericano Decio Cavallo. Sarei voluto stare sul set con Allen, col Troisi de Il Postino, con i Fratelli Taviani quando giravano Kaos. Sarei voluto stare con Bergman in tutti i film, soprattutto quando c’era Liv Ullmann, eterno amore dei miei quindici anni.
Ma soprattutto sarei voluto starci ieri, nell’albergone romano dove Veltroni ha presentato il governo ombra a novantotto ambasciatori di tutto il mondo. E’ passata la storia e io non c’ero. Con Piero Fassino che ha letto perfino un moderato intervento di 37 cartelle…una vera libidine mancata,
Ciaonè 14 novembre 2008
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