Ciò che accade a Roma è orrendo, ma c’è anche chi non si arricchisce con il servizio che dà. E vorrebbe continuare…
by Redazione
Posted on Dicembre 6, 2014
Esprimiamo sconcerto e sofferenza per ciò che sta emergendo dalle indagini della magistratura nella città di Roma. Che nelle politiche sociali, cioè “i cerotti, le bende e l’unguento” che dovrebbero almeno lenire le sofferenze dei più deboli, si siano annidati malaffare e malapolitica, è un pensiero che non si riesce ad avere senza un moto di ribellione e di furia.
Se si dovesse aver certezza che alla “tavola imbandita” delle mafie ci si abbuffava con milioni di euro, mentre la politica sgranava giaculatorie con i soldi che non ci sono per sostenere i minori, gli anziani in difficoltà, le famiglie sotto soglia di povertà, gli insegnanti per i portatori di handicap e per le carrozzine per i disabili; se dovessimo avere la certezza che la politica ci fa “ballare” da anni senza rinnovare le convenzioni per i Centri per minori, perché soldi non ce ne sono o sono talmente pochi da far chiudere associazioni che da anni si spezzano la schiena per chi non ha altro che quelle associazioni in cui sperare, allora non ci troveremmo solo di fronte ad una delle più gravi crisi politiche del dopoguerra, ma saremmo al cospetto di un imbarbarimento da cui sarà difficile riemergere.
Noi che ci occupiamo più o meno da 20 anni di immigrazione, non avremmo mai creduto che “l’immigrazione rende più della droga”, perché per noi e molti altri non è mai stato così! Le nostre associazioni hanno gruppi dirigenti completamente fatti di volontari e operatori che lavorano in condizioni salariali difficilissime. Noi amiamo ciò che facciamo e nessuno di noi si arricchisce con ciò che fa.
Siccome NON SIAMO TUTTI UGUALI, riteniamo di avere la statura morale sufficiente per chiedere al sindaco Marino di non fermare ciò che funziona per colpa di ciò che non funziona. Ad un danno irreparabile si aggiungerebbe una beffa atroce. Lo preghiamo anzi di fare in modo di distinguere ciò che è stato oggetto di malaffare, da ciò che non può essere interrotto senza recare danno a tanta gente che ha fatto onestamente il proprio lavoro e a tanti cittadini che hanno bisogno dei nostri servizi. E di fare in modo che si riparta immediatamente!
Siamo perfettamente consapevoli della gravità del momento, ma sarebbe ben strano che per curare un cancro si decidesse di sparare all’ammalato; per questo confidiamo che a partire dalla prossima settimana si torni a lavorare per salvare il salvabile e, per questa via, provare a rinascere.
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