Caro amico mio
by Redazione
Posted on Maggio 27, 2008
Un mio caro amico, di cui taccio il nome se no si vendicano e lo fregano, in attesa di uno specifico ed importante incarico amministrativo da parte di una giunta di sinistra, mi telefona molto perplesso: “Ma ti pare? Il mio incarico sarà approvato domani e nessuno mi ha ancora detto che nome precisamente avrà, né cosa ci si aspetta da me. Io – continua l’amico – credevo che avremmo discusso di cosa fare e come farlo…se và così, mi sa che rifiuto”.
Ciaonè, 27 maggio 2008
Un mio caro amico, di cui taccio il nome se no si vendicano e lo fregano, in attesa di uno specifico ed importante incarico amministrativo da parte di una giunta di sinistra, mi telefona molto perplesso: “Ma ti pare? Il mio incarico sarà approvato domani e nessuno mi ha ancora detto che nome precisamente avrà, né cosa ci si aspetta da me. Io – continua l’amico – credevo che avremmo discusso di cosa fare e come farlo…se và così, mi sa che rifiuto”.
Che ne dite? Ho veramente della brava gente come amica, no? Preoccupato per lui provo a dirgli che non deve crucciarsi, che la sinistra è in lungodegenza, che se e quando e si riprenderà non si chiamerà neanche più sinistra e quindi tra un po’ il suo datore di lavoro cambierà pure nome e ragione sociale… insomma cerco di fargli animo. Non sembra convinto, soprattutto quando provo a dirgli che la sinistra pensosa che ricorda lui, quella che elabora idee, si parla magari un po’ addosso ma lotta, propone, ci crede e soprattutto sa da che parte stare non c’è più e che oggi c’è altro…
”Cosa? Che cavolo c’è oggi?” mi chiede. Sbando, incespico, balbetto: che ne so, Max Gazzè, Jovanotti, i Negramaro. Poi con lo sguardo illuminato, gli faccio: i Tiromancino. Sento il silenzio dall’altra parte del filo, poi un sibilo: “io me ne vado in Madagascar, ma tu vaffanculo”.
Buon viaggio, amico mio.
Ciaonè, 27 maggio 2008
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