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ASSOCIAZIONE KIM: Per il diritto alla cura dei bambini malati

Se un bambino malato afflitto da una patologia oggi curabile perde la sua battaglia non è stato sfortunato. È stato dimenticato. Lo abbiamo tradito.

di Bibi Palatini

Abbiamo scelto di scriverlo nelle prime pagine del Bilancio di Missione dell’Associazione KIM, pubblicato proprio nei giorni in cui celebriamo il trentesimo anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia (sancita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989). Ma quanti bambini ne restano ancora esclusi!
Da 25 anni lavoriamo per garantire il diritto alla salute di bambine e bambini provenienti da tutto il mondo. E, ogni giorno, abbiamo sotto gli occhi l’ipocrisia di tante barriere burocratiche, sociali ed economiche che impediscono loro di accedere alle cure di cui hanno bisogno.
Ne abbiamo seguiti più di 500, provenienti da oltre 50 Paesi del mondo. Attivandoci perché fossero operati o curati nei principali ospedali pediatrici di Roma e ospitandoli per tutto il tempo necessario presso il nostro Centro d’Accoglienza: il “Centro Bellincampi – Casa di Kim”. Dietro a questi numeri ci sono le vite dei bambini e delle loro famiglie: le storie di chi, segnato da patologie gravi ma curabili, sarebbe rimasto tagliato fuori dalla dovuta assistenza sanitaria e non ce l’avrebbe fatta.

Come Grace, arrivata a Roma quest’estate grazie alla segnalazione di un medico italiano che lavora in Uganda e ripartita in questi giorni per tornare a casa. Guarita. O Seny, senegalese, che nessun reparto di chirurgia pediatrica del suo Paese aveva accettato. Operato con successo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. E tanti altri.
Anche in piena pandemia, la struttura di accoglienza diretta non si è mai fermata, ma tanti casi sono rimasti in sospeso e oggi è fondamentale aumentare la capacità d’azione di Kim, smuovere le coscienze, mettere a sistema mezzi e strumenti per tutelare i diritti dei bambini, non solo sulla carta.
È nata per questo la scelta di comunicare la missione di Kim in un modo nuovo: un nuovo logo accompagnato da una nuova dichiarazione ancora più diretta, immediata e trasparente.

«Kim, il protagonista del romanzo di Rudyard Kipling che ha dato nome e volto alla nostra associazione – spiega Paolo Cespa, Presidente dell’Associazione Kim – è un’immagine che ci resta nel cuore ma senza nostalgia, perché sappiamo che il nostro messaggio deve arrivare forte e chiaro a tutti. Abbiamo scelto di impugnare la bandiera in difesa dei bambini malati nel 1997 e oggi speriamo di conquistare nuovi avamposti del diritto universale alla cura, consolidare i processi di cooperazione internazionale e ampliare la sinergia con le associazioni animate dalla stessa missione. Il nostro nuovo marchio vuole essere vessillo di un principio etico da difendere, il tassello mancante nella costruzione di una società solidale, la nostra finestra spalancata sul blu di un mondo più giusto».

Associazione KIM
Per informazioni:
Ufficio stampa Associazione KIM
Laura Bibi Palatini
www.associazionekim.it


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