Amato: la carta dei principi e dei valori è per tutte le comunità
by Redazione
Posted on Ottobre 6, 2006
La carta dei principi e dei valori dovrà essere accettata da tutte le comunità etniche e religiose, non solo da quelle musulmane. Dovrà riguardare “tutti coloro che vorranno vivere stabilmente in Italia” perché accogliere e condividerei i principi fondanti della società e della cultura italiane rappresenta la condizione per accedere al diritto di cittadinanza.
Vengono così stemperate, durante l’ultima riunione della Consulta dell’islam italiano di mercoledì scorso, le polemiche della vigilia, sorte in seguito al diniego dell’Ucoii (Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia) di firmare un eventuale documento rivolto esclusivamente alle comunità musulmane.
Merito questo della strategia di distensione attuata dal ministro Amato che ha sottolineato come l’obiettivo della Carta sarà quello di favorire il processo di integrazione nella comunità nazionale nella condivisione di un percorso che inevitabilmente si incrocerà con quello della nuova legge sulla cittadinanza.
Presto sarà istituito un Comitato scientifico composto da esperti del mondo della cultura e del diritto che, dopo aver consultato associazioni ed esponenti delle diverse comunità religiose ed etniche presenti in Italia, elaborerà una bozza della Carta che solo più avanti sarà sottoposta alla firma.
Si tratterà, attraverso il documento, di mettere a fuoco importanti valori: dalla laicità dello Stato all’affermazione della convivenza e del reciproco rispetto tra diverse culture, dal pluralismo religioso alla libertà di coscienza, dalla non discriminazione alla parità tra i sessi. Valori e principi universali che come tali vanno accolti, sposati, condivisi come essenziale presupposto per una reale integrazione nella nostra società al di là e oltre il riconoscimento di una uguaglianza formale.
Questo ovviamente non deve tradursi nella negazione delle differenti identità culturali o religiose, creando forme eccessivamente “assimilazioniste” – che hanno mostrato tutto il loro fallimento con gli scontri nelle banlieue parigine – né tanto meno è, però, ammissibile la coesistenza di diverse comunità chiusure e impenetrabili secondo il modello inglese. Ciò in cui si crede è una pacifica e proficua convivenza nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità culturali, etniche, religiose nella totale condivisione degli irrinunciabili valori a fondamento di uno Stato liberale, di un governo democratico, della nostra società, nei cui confronti non è possibile ammettere deroghe o violazioni.
Maria Carla Intrivici
(6 ottobre 2006)
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