A 18 anni? Bisogna fare da soli…
by Redazione
Posted on Maggio 25, 2017
Ogni anno, in Italia, circa 3.000 care leavers – ovvero i giovani che in base alla nostra legislazione, raggiunta la maggiore età non possono più beneficiare della cura, della protezione e della tutela garantite dalla realtà di accoglienza residenziale – sono costretti, senza avere le necessarie tutele, ad avviarsi verso un percorso di autonomia economica e lavorativa. Lo rileva la ricerca “Una risposta ai care leavers: occupabilità e accesso ad un lavoro dignitoso”, realizzata da SOS Villaggi dei Bambini in 10 diversi Paesi tra cui Austria, Croazia, Capo Verde, Spagna, Italia, Tunisia, Zimbabwe in collaborazione con il London University College e presentata oggi – ospiti dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza – in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile di Roma, organizzato da ASviS, in concomitanza con la celebrazione della ratifica della Convenzione Onu per i Diritti dell’Infanzia (27 maggio). (pubblichiamo per intero il comunicato stampa dell’associazione)
L’indagine ha fatto luce, per la prima volta, su quanti e quali ostacoli, allo stato dell’attuale legislazione, i care leavers siano costretti ad affrontare dal punto di vista, sociale, economico ed organizzativo per poter raggiungere indipendenza economica e stabilità lavorativa rispetto, ad esempio, ai loro coetanei che vivono in famiglia. Oltre a questo, SOS Villaggi dei Bambini vuole indagare le strutture, le policy, i processi, le prassi e le misure di supporto che possono avere un impatto sull’occupabilità e l’inserimento lavorativo dei neomaggiorenni in uscita dai percorsi di tutela.
Per chi volesse saperne di più vedi il link
http://www.sositalia.it/getmedia/909c64e9-9a06-4334-be53-8c231b5b49cb/una-risposta-care-leavers
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