I dubbi dei democratici sul Nobel ad Obama
by Redazione
Posted on Ottobre 13, 2009
Non sorprende lo scherno e gli schizzi d’odio con cui i conservatori, i populisti, i demagoghi e i ras centrafricani hanno accolto la notizia del Nobel a Barak Obama. Colpiscono molto di più le riserve impettite dei salottini democratici di ogni latitudine. La sufficienza di certi scrittori israeliani, di alcuni laburisti inglesi, di certi giornalisti francesi, di “dittatorelli democratici” latinoamericani. Di tutti quelli che insomma sostengono che è un Nobel per la Pace sprecato, dato ad un tizio che deve ancora dimostrare tutto.
L’ho sempre pensato e oggi lo penso ancora di più: i veri avversari non sono i nemici, ma gli amici imbecilli. Credo che queste obiezioni del popolo democratico mondiale, così giusto e così perdente, nascano da un fatto anagrafico: non c’è artista, politico, giornalista, semiologo, capo di stato che sia democratico e abbia meno di settant’anni. Ovvio che costoro avrebbero preferito un bel premio alla carriera o, meglio ancora, alla memoria.
Io credo invece che sulla teste dei membri della Commissione del Nobel, sia sceso una specie di spirito santo laico, che abbia spiegato loro che occorreva dire al mondo che la gente civile è con Obama: con la sua già avvenuta sconfessione di Bush e dei neocon, con la sua lotta sanguinosa per dare a quaranta milioni di americani poveri una copertura sanitaria, per aver indotto i lugubri capi di Theran ad accettare un inizio di dialogo per il disarmo nucleare e una sorta di ispezione a Qom, per aver sconfessato gli abusi della finanza hitleriana di questi ultimi quindici anni, per aver tagliato l’erba sotto i piedi dei fedeli del mercato senza regole né limiti, per aver steso una rete di protezione civica attorno all’universo omosessuale, per aver detto che il Premio non è a lui ma a tanta gente di buona volontà sparsa nel mondo. Per aver dato nuovamente agli Stati Uniti una leadership mondiale prima civile che economica e dunque per aver spostato più in là la notte in cui il mondo sarà dominato da Cina e India. E se una prova ulteriore servisse per capire l’enormità positiva di questo premio ad Obama, occorrerebbe leggere le battute di quegli spiritosoni dei cinesi, che hanno detto che premiare Obama che non ha ancora fatto vedere nulla, è come dare l’oscar ad un film di cui si è solo visto il trailer. Accidenti che ridere!
Io penso che se i cinesi, ovvero i peggiori inquinatori del mondo, i nuovi e truculenti schiavisti d’Africa, i più loschi sfruttatori di lavoro minorile che ci sono al mondo dopo la Thailandia, dicono questo, allora davvero nel cenacolo del premio è entrato lo spirito santo, dando di sé una prova smagliante.
Fabrizio Molina
13 ottobre 2009
Lascia un commento