Voglio dire qualcosa di sinistra: no a Durban 2
by Redazione
Posted on Marzo 6, 2009
Il primo atto compiuto da Obama appena diventato presidente è stato quello di predisporre la chiusura di Guantanamo. Avrebbe potuto cominciare dall’economia, invece ha voluto dare agli americani il segno che qualcosa era davvero cambiato; chiudendo il carcere della vergogna è stato come dire : “per un lungo momento, durato otto anni, noi americani abbiamo dovuto dimenticare di essere la più grande democrazia realizzata. Stavamo per scordare del tutto che la democrazia punisce non si vendica; che cosa sia la legalità e perché essa rida della pagliacciata della sicurezza; che la democrazia ha il coraggio di darsi delle regole e poi le rispetta anche quando non vorrebbe o non le conviene. Noi americani siamo nati nella e per la democrazia, per essa sappiamo morire ma non far morire e tantomeno umiliare, torturare, schiavizzare, prevaricare. Ebbene oggi si ricomincia e si prosegue la strada di chi ci ha preceduto: la strada di Washington e di Lincoln, di Roosvelt e di Kennedy, di Luther King e dei Padri Pellegrini. La strada della laicità e del melting – pot, della libera stampa e della libertà di espressione. Se non ripartiamo da qui, nulla avrà più senso”.
Questo ha detto Obama, senza bisogno di dirlo.
Se la sinistra italiana vuole avere qualcosa di sinistra da dire, dica a chiare lettere che il governo ha fatto bene a disconoscere la Conferenza di Durban che si terrà, sotto l’imbarazzante patrocinio delle Nazioni Unite, a Ginevra dal 20 al 24 aprile prossimo. Una Conferenza contro il razzismo e la xenofobia che verrà egemonizzata, come già quella del 2001, da razzisti e xenofobi pericolosi. Saranno infatti gli iraniani, un po’ di despoti sanguinari del continente nero e quelle maschere tragiche sudamericane alla Chavez e alla Morales a menare le danze, a urlare nei saloni della città Svizzera che Israele deve sparire dalle carte geografiche, che l’olocausto è stato una invenzione dei sionisti, che le camere a gas erano solo delle stanze iperbariche tipo quelle usate da Michael Jackson per mantenersi giovane. Il governo italiano non ha solo disconosciuto quell’appuntamento, ha detto che l’Italia non ci sarà. E almeno per un giorno, almeno oggi, c’è più gusto ad essere italiani.
Che strano, faccio fatica a ricordare una cosa chiaramente di sinistra come questa, ascoltata durante il governo Prodi; per sentirla ho dovuto aspettare Berlusconi e questo, per davvero, proprio non ve lo perdono!
Fabrizio Molina
5 marzo 2009
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