Immigrazione: la necessità di nuovo assetto
by Redazione
Posted on Gennaio 16, 2009
Continuano le misure proposte dalla Lega Nord in campo immigratorio.
Dopo gli emendamenti al disegno di legge sicurezza, come quello relativo all’obbligo dei medici di denunciare i cittadini stranieri irregolari, il Caroccio ne ha presentati altri, questa volta al decreto legge anticrisi. Si è proposta una tassa di concessione governativa di 50 euro per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno e la necessità di una fideiussione di 10mila euro per i non comunitari che intendono aprire la partita Iva. Il Governo ha, comunque, espresso parere negativo e gli emendamenti sono stati ritirati.
La Lega, però, non ha desistito. Il titolare del Viminale ha, infatti, affermato che ci sarà non una tassa, ma un «contributo» per i permessi di soggiorno, deciso dal Ministero dell’Interno e da quello dell’Economia, suscitando aspre polemiche e dure critiche anche da parte della Cei.
Tali proposte colpiscono, spiazzano, rammaricano, così come, più in generale, l’attuale trattazione del fenomeno migratorio. Prevale una politica inadeguata, fatta di slogan, di dichiarazioni ad effetto, caratterizzata anche da una buona dose di improvvisazione e di mania di protagonismo, oltrepassando sempre più il limite della logica del “buon governo”, persino del “buon gusto”.
In Italia, quando si parla di immigrazione due sono i principali atteggiamenti politici.
Da una parte vi è la tendenza ad affrontare la gestione del fenomeno migratorio principalmente in termini di sicurezza: lo straniero è perlopiù il criminale, il terrorista o comunque il disadattato, causa del malessere che attanaglia la nostra società, per cui l’inasprimento delle misure di repressione e di controllo rappresentano l’unica via percorribile. Dall’altra, invece, prevalgono sentimenti di inutile buonismo e deleterio pietismo che si risolvono spesso in proposte di tendente assistenzialismo.
In ogni caso di base c’è la mancanza di un’effettiva conoscenza della realtà e delle problematiche e una comune incapacità di gestione degli spostamenti umani. E da ambo le parti i toni sono sempre propagandistici, volti a strumentalizzare il tema per fini parziali e particolari.
Occorre, invece, insistere per un nuovo assetto come effettiva conoscenze prima e razionale governo dopo del fatto migratorio. E questo coniugando il pur necessario aspetto repressivo di contrasto alla criminalità e all’immigrazione clandestina con politiche di coesione sociale, ma anche riformando l’impianto legislativo di settore per avere degli strumenti normativi adeguati alla realtà e alle esigenze della nostra società. È necessario, inoltre, contrapporre alla sicurezza la legalità, intendendo per quest’ultima la condivisione spontanea da parte tutti dei valori fondamentali della convivenza civile e democratica, partendo dall’educazione delle nuove generazioni. Ma soprattutto bisogna attuare politiche di riconoscimento dei diritti civili e politici dei cittadini stranieri per la realizzazione di percorsi di reale inclusione sociale e di nuova cittadinanza per il bene di tutta la comunità.
Maria Carla Intrivici
16 gennaio 2009
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