Parlamento Ue: modifiche alla “carta blu”

Il Parlamento europeo ha approvato le proposte legislative della Commissione sulla “carta blu” europea per i migranti non comunitari altamente qualificati ed i relativi diritti sociali, con 388 voti favorevoli, 56 contrari e 124 astensioni. Il titolare del permesso è autorizzato a entrare, rientrare e soggiornare nel territorio dello Stato membro che l’ha rilasciata e a passare attraverso il territorio degli altri Paesi comunitari.

L’Assemblea parlamentare dichiara –  nella relazione approvata  – che l’Unione europea deve garantire «l’equo trattamento» dei cittadini dei Paesi terzi che vi soggiornano legalmente, riconoscendo loro «diritti e obblighi analoghi a quelli dei cittadini dell’Unione europea». Il Pe sottolinea la necessità di un salario pari a quello percepito dai cittadini UE per lo stesso lavoro ed indica un pericolo da scongiurare: “la fuga di cervelli” dai Paesi d’origine dei cittadini stranieri. Inoltre, pur sostenendo la parità per i cittadini dei Paesi terzi, i parlamentari chiedono, allo stesso tempo, di dare priorità ai lavoratori comunitari, sulla base dell’analisi della situazione del mercato del lavoro dei singoli Stati membri, nell’applicazione di «procedure relative ai requisiti per la copertura di posti vacanti».

In riferimento a tali indirizzi politici, sono stati approvati alcuni emendamenti tra i quali quello sull’estensione della “carta blu” ai cittadini di Paesi terzi che già soggiornano legalmente in uno Stato membro dell’UE in virtù di altri regimi, con l’esclusione dei richiedenti asilo, stagionali, ricercatori, beneficiari dello status di soggiornante di lungo periodo, coloro che entrano nell’UE in base a un accordo internazionale. Un altro emendamento prevede che la validità del documento deve essere inizialmente di tre anni (contro i due proposti dalla Commissione) e deve poter essere rinnovata per almeno due anni. Si chiede anche agli Stati membri di non cercare di attirare i lavoratori altamente qualificati in settori che sono già, o si prevede che saranno, soggetti a una carenza di personale nei Paesi terzi, con particolare riferimento al settore sanitario e al settore dell’istruzione. Infine, l’Assemblea ha approvato una modifica relativa all’esclusione di questo permesso di soggiorno in quei settori del mercato del lavoro per i quali l’accesso ai cittadini provenienti dai nuovi membri dell’UE è soggetto a restrizioni, in base alle disposizioni transitorie sancite dagli atti di adesione alla Comunità.

L’obiettivo della misura approvata è quello di rendere l’UE più capace di attrarre e trattenere lavoratori altamente qualificati provenienti da Paesi terzi, tenendo conto delle specifiche necessità nazionali. Favorire l’immigrazione legale, soprattutto dei lavoratori altamente qualificati, dovrebbe contribuire allo sviluppo economico dell’Europa.

Dario Porta

(28 novembre 2008)