Conferenza europea sulla coesione sociale

Si conclude oggi la Conferenza dei Ministri responsabili per le questioni migratorie dei 47 Sati membri del Consiglio d’Europa, a Kiev in Ucraina, per discutere sulle sfide poste dagli spostamenti umani attraverso un approccio europeo integrato e coerente. In particolare, il dibattito verte sulla gestione delle migrazioni economiche e le connesse conseguenze sullo sviluppo economico e la coesione sociale, sulla promozione della cooperazione tra Paesi di origine e di destinazione per distribuire in modo equanime i benefici derivanti dalle migrazioni. La questioni dei flussi migratori e della coesione sociale sono sempre più presenti nel dibattito politico europeo, il rilevante numero di migranti in Europa contribuisce non solo alla diversità di culture ma anche al suo sviluppo sociale ed economico. Oggi i cittadini dei così detti Paesi terzi rappresentano tra il 12% ed il 20% della popolazione in alcuni Stati europei.

Nel discorso di apertura alla Conferenza, Corien Jonker, vice presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa afferma: «I nostri Stati membri devono incoraggiare, in diversi modi, i loro migranti a prendere parte attiva al processo democratico, sia a livello amministrativo, nelle imprese e le amministrazioni, o a livello politico, sul piano locale».

Il presidente della Conferenza, Yavuz Mildon, ha sottolineato che i servizi pubblici e l’accesso ai diritti sociali devono essere estesi a tutti i migranti, di breve e lunga durata, deve essere garantita la parità di trattamento, indipendentemente dal loro status e dalla durata del soggiorno nelle località d’accoglienza o di transito. Inoltre, il ministro ha sottolineato l’importanza del coordinamento con le autorità a livello regionale e locale per la gestione delle migrazioni e la partecipazione degli stranieri alla vita politica.

Il riconoscimento dell’elettorato attivo e passivo a livello amministrativo ai cittadini non comunitari residenti è da tempo vigente in alcuni Stati europei, diversamente che in Italia, ciò crea una disparità di trattamento per i cittadini stranieri escludendoli dal diritto di partecipare alla vita della comunità di cui sono parte. Il nostro Paese non ha ancora ratificato il capitolo C della Convenzione sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, fatta a Strasburgo il 5 febbraio 1992, d’altra parte in questi ultimi giorni si è riaperto il dibattito su questo tema con l’annuncio da parte dell’on. Walter Veltroni della presentazione di una proposta di legge costituzionale ad hoc.

In un autorevole consesso si riaffermano alcuni principi fondamentali su cui è nata e continua a procedere l’Europa del dopoguerra con i suoi organismi internazionali: la democrazia, i diritti umani, il primato della legge; cardini sui quali può fondarsi effettivamente la coesione sociale e lo sviluppo economico.

Dario Porta

(5 settembre 2008)