Berlusconi e il voto agli immigrati
by Redazione
Posted on Marzo 31, 2008
Logica e precedenti vorrebbero che le dichiarazioni di ieri l’altro rilasciate dall’On. Berlusconi in tema di voto amministrativo agli immigrati, venissero commentate come si trattasse di una battuta di propaganda elettorale. E questo per diversi motivi: l’ex partito di Berlusconi, Forza Italia, non ha mai mostrato una particolare urgenza in tal senso; in secondo luogo, il secondo più autorevole leader del PDL, Gianfranco Fini, non solo capeggia l’ex componente di AN che sui temi dei diritti – non solo di cittadinanza – non lo segue, ma egli stesso, già nel 2003, in una impegnativa dichiarazione in sede Cnel, sostenne che i tempi per il voto agli immigrati erano ormai maturi; senza che questa sacrosanta dichiarazione portasse assolutamente a nulla. Terzo, si potrebbe legittimamente avanzare qualche dubbio sul peso che lo stesso Berlusconi attribuisce alle sue parole se si considera che la Lega, che da quattordici anni dimostra, in tema di diritti civili e sociali, di essere tutt’altro che un socio di minoranza della coalizione, sembra, a tutto voler concedere, di non “vederla proprio nello stesso modo”.
Il fatto è però che il dileggio e la risata su questa affermazione potrebbe essere proprio ciò che mi augurerei se fossi Berlusconi, qualora le mie intenzioni non fossero sincere. Proviamo infatti ad immaginare cosa accadrà nei prossimi giorni, semplicemente ricordando cosa accadde dopo le dichiarazioni al Cnel di Fini: in tutti i convegni, in tutte le associazioni, in tutti i centri sociali e in ogni luogo dell’antagonismo politico e sociale, si ironizzerà pesantemente su quelle parole. Vero è che chi, magari sghignazzando negò ogni sincerità a Fini, ebbe ragione, ma vero anche è che l’ironia fece forse buon sangue a chi la fece, ma deresponsabilizzò completamente il centro – destra, che non venne incalzato sulle sue contraddizioni, ma sollevato “ab initio”, da qualsiasi forma, magari parziale, di coerenza. Molti si illusero di aver svergognato Fini, la realtà è, mi pare, che un problema aperto lo abbiamo ancora noi e quanti chiedono semplicemente che venga ratificata la Convenzione di Strasburgo che ben sedici anni fa (1992), impegnava gli Stati membri, a liberare il diritto di voto.
Noi crediamo che quello stesso errore non vada ripetuto. Se abbiamo delle forze per fare iniziativa politica, trasferiamole dalla superflua ironia e spendiamole per offrire e moltiplicare i nostri sforzi per aiutare la politica, tutta la politica, ad essere adeguata alla velocità e intensità del cambiamento sociale. Nessun Luogo è Lontano lo continuerà a fare, con la stessa tenacia e la stessa caparbietà di sempre.
Fabrizio Molina
(31 marzo 2008)
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