Prosegue la riforma della Bossi – Fini

Il disegno di legge delega di modifica del Testo unico sull’immigrazione è stato varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 giugno, segnando un nuovo successo nel processo di riforma.

Il provvedimento conferma sostanzialmente il ddl Amato-Ferrero, già approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 aprile 2007. La durata triennale del decreto flussi – con possibilità di adeguamento delle quote in base alle esigenze del mercato del lavoro – il canale privilegiato per l’ingresso dei lavoratori altamente qualificati, lo sponsor, il superamento del sistema dei Centri di permanenza temporanea e assistenza, i programmi di rimpatrio volontari ed assistiti, il riconoscimento dell’elettorato attivo e passivo a livello amministrativo ai cittadini stranieri lungo soggiornanti: ne rappresentano i punti salienti. La novità introdotta nel testo di riforma, approvato in via definitiva, consiste nel prevedere il concerto, per i “profili di rispettiva competenza”, dei Ministri delle Riforme e Innovazione nella pubblica amministrazione, delle Politiche giovanili, delle Politiche agricole alimentari e forestali.

Il progetto governativo aveva già ottenuto il parere positivo della Conferenza unificata Stato –Regioni lo scorso 14 giugno. «La normativa nazionale in vigore – si legge nel documento –  non ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissata: la situazione attuale è caratterizzata da una rigida normativa spesso inefficace, da una crescente precarietà delle condizioni di soggiorno dei migranti, da discutibili restrizioni per il ricongiungimento familiare, da inutili complessità e lungaggini dei percorsi procedurali per il rilascio e il rinnovo del permesso…la Conferenza ritiene, invece, che il DDL in questione rappresenti un buon punto di partenza, perché impostato su alcuni principi condivisibili». D’altro canto le Regioni avevano espresso anche in un altro documento congiunto la necessità di abbandonare la fase di approccio all’immigrazione come questione emergenziale, per passare ad una fase di governo del fenomeno in chiave di programmazione integrata tra Stato, Regioni e Province autonome, Enti Locali diffusa su tutto il territorio nazionale al fine di realizzare concretamente una governance efficace ed integrata del fenomeno migratorio.

L’articolato ora proseguirà il suo iter con l’invio alle Camere per la discussione.
Di certo non sarà facile e credere in un confronto sereno e proficuo sull’argomento in Parlamento è chiaramente un’illusione.
Ciò perché si toccheranno temi scottanti e di forte impatto sociale, di profonda sensibilità e  crescente interesse comune quali l’identità culturale, la sicurezza, la legalità; terra di scontro tra opposte – anche non troppo – forze politiche.
C’è chi farà leva su falsi luoghi comuni, brandendo l’equazione straniero uguale terrorista o comunque delinquente, indicando la Amato – Ferrero come la “legge delle porte aperte” e chi, sul fronte opposto, peccherà di poco realismo e miope ideologismo.

Un fenomeno complesso e trasversale come quello migratorio non può e non deve essere governato attraverso slogan né tanto meno può essere asservito ad opportunistiche logiche di partito; questo per il bene di tutti.

Maria Carla Intrivici

(10 luglio 2007)