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Verso un regime europeo in materia di asilo?

by Redazione

La Commissione Europea ha presentato in questi giorni alcuni documenti per progredire verso la proposta istituzione di un regime comune europeo in materia di asilo e, quindi, di creare un’unica area di protezione per i rifugiati (CEAS: Common European Asylum System), sulla base dei valori condivisi dai Paesi membri dell’Unione Europea e del programma dell’Aia (Commissione UE 2005) che prevede entro il 2010 un ulteriore ravvicinamento delle procedure in materia di asilo, delle norme giuridiche e delle condizioni di accoglienza nazionali.

I documenti sono i seguenti: un libro verde che intende stimolare dibattito sulla previsione di tale regime comune europeo in materia di asilo, una proposta di direttiva volta a offrire ai beneficiari di protezione internazionale la possibilità di ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo ed un rapporto che valuta il funzionamento del sistema di Dublino, il quale determina lo Stato membro cui compete esaminare una domanda di asilo presentata in uno degli Stati membri, in Norvegia o in Islanda (Reg. (CE) n. 343/2003).

La Commissione propone di emendare la direttiva 2003/109/CE (la “direttiva sui soggiornanti di lungo periodo”), che fissa le condizioni alle quali i cittadini di Paesi terzi stabilitisi a titolo duraturo in uno Stato membro possono ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo, la quale però non si applica ai beneficiari di protezione internazionale, soggetti alla direttiva 2004/83/CE (norme minime sui rifugiati e bisognosi di protezione internazionale).
I beneficiari di protezione internazionale dovrebbero anch’essi acquistare lo status di soggiornante di lungo periodo alle stesse condizioni degli altri cittadini di Paesi terzi. Quando i cittadini di Paesi non comunitari diventano soggiornanti di lungo periodo, godono di maggiore protezione contro un’eventuale espulsione, hanno diritto al medesimo trattamento riservato ai cittadini dell’UE in ordine a numerose questioni economiche-sociali e hanno il diritto di risiedere in un altro Stato membro per motivi di lavoro, di studio o di altro tipo, alle condizioni stabilite nella direttiva.

Secondo recenti dati dell’Unione Europea, la gran parte dei richiedenti asilo, che sono entrati illegalmente in Europa prima di presentare la domanda, transitano principalmente nei Paesi del sud: Spagna, Italia e Grecia, d’altro canto solo una parte degli stessi richiede asilo in questi Paesi, gli altri hanno, infatti, come loro meta finale i Paesi del nord-Europa.
Significativo il fatto che nonostante il 2006 ha visto un decremento delle richieste di asilo nei 25 Paesi dell’UE, rispetto al 2005: -17%, i Paesi del sud- Europa (Cipro, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna) hanno avuto al contrario un incremento costante negli ultimi anni: 33.600 domande durante il 2006, la cifra tra le più alte negli ultimi 15 anni (UNHCR 2007).

Il Governo italiano si è impegnato a predisporre una normativa sul diritto di asilo, di cui il nostro Paese ancora è privo, al fine di garantire una effettiva tutela ai rifugiati ed ai richiedenti asilo.

Si adempirebbe, infatti, in questo modo agli obblighi comunitari, dando allo stesso tempo attuazione al dettato costituzionale sul diritto di asilo (art. 10 della Costituzione).

In effetti, si tratterà di coordinare la nuova disciplina del diritto di asilo con le norme europee (alcune già in vigore nel nostro ordinamento, come la direttiva 2003/9/CE riguardante le norme minime di accoglienza dei richiedenti asilo, già recepita con il d.lgs. n. 140 del 30 maggio 2005), definendo le procedure ed il contenuto del riconoscimento della protezione internazionale, distinguendo tra rifugiati e richiedenti asilo e chi emigra per motivi economici, nel quadro di una strategia complessiva di azioni ed interventi di governo dei flussi migratori, nonché di promozione dei diritti e dello sviluppo socio-economico dei Paesi di origine.

Dario Porta

(18 giugno 2007)


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