Famiglie in Italia: difficoltà ed interventi
by Redazione
Posted on Maggio 4, 2007
L’indagine conoscitiva sulle condizioni sociali delle famiglie in Italia, presentata ieri dal Presidente della Commissione Affari sociali Mimmo Lucà, ha delineato un quadro analitico sull’evoluzione del ruolo e delle condizioni sociali della famiglia, in relazione ai cambiamenti economici, demografici e culturali negli ultimi decenni in Italia, valutando l’efficacia degli strumenti normativi in vigore per il sostegno alle famiglie.
La famiglia italiana descritta è soggetta a fenomeni di contrazione e di invecchiamento che provocano grandi squilibri tra le generazioni. Anche se in Italia, negli ultimi tre anni, la natalità è leggermente aumentata (da 1,22 a 1,31 figli per donna), questo incremento è dovuto essenzialmente al fatto che il tasso di fecondità delle migranti (in media 2,6 figli) è molto più elevato di quello delle donne italiane. In particolare, le nascite da genitori stranieri sono aumentate dal 6% nel 1995 a quasi il 10% nel 2005.
Le difficoltà delle famiglie dei migranti, messe in rilievo, sono in parte coincidenti con quelle che interessano le famiglie italiane e in parte con tratti peculiari, legate alla condizione del cittadino straniero. Alcuni dei profili in questione sono particolarmente delicati – come ha sottolineato il documento della Commissione – in quanto investono i diritti fondamentali della persona, quali il diritto all’unità familiare (mediante il ricongiungimento dei membri residenti all’estero), il diritto ad un alloggio dignitoso, il diritto all’inserimento nel mondo del lavoro (nel rispetto delle garanzie e delle tutele previste dalla legislazione vigente), il diritto all’istruzione, il diritto all’integrazione sociale e culturale, il diritto alla cittadinanza.
Sul versante degli interventi auspicabili per migliorare il sostegno alle famiglie non è stato trascurato il sostegno all’integrazione “delle cittadine, dei cittadini e delle famiglie di immigrati regolari”.
Le nuove tipologie di lavoratori – collaboratori familiari e domestici – in larga misura lavoratori stranieri, soprattutto donne, manifestano l’esigenza di usufruire di maggiori garanzie dal punto di vista giuridico, economico, previdenziale, sottolineando peraltro l’anomalia del sistema italiano che non garantisce adeguata dignità e formazione a figure professionali ormai determinanti negli equilibri gestionali delle famiglie italiane, soprattutto a causa del mancato inquadramento giuridico e contributivo di gran parte di queste lavoratrici.
Le rilevate lacune del nostro sistema di protezione sociale e assistenziale e gli interventi relativi passano al vaglio del dibattito parlamentare.
Dario Porta
(4 maggio 2007)
Lascia un commento