Verso la riforma della legge Bossi – Fini
by Redazione
Posted on Marzo 14, 2007
Il bilancio relativo all’esame delle domande presentate per le quote flussi 2006 è decisamente negativo e piuttosto amaro. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, solo il 46% delle pratiche sono “definite” cioè con il nulla osta al lavoro o respinte.
Tra le motivazione di tanto ritardo si parla di carenza di personale, di anomalie del sistema informatico, di impreparazione per l’aumento delle domande; e ancora una volta si agisce secondo logiche emergenziali.
Il decreto relativo alla programmazione dei flussi d’ingresso per l’anno 2007, che prevede l’ammissione di 80.000 lavoratori stagionali non comunitari e di altri 2.000 che hanno partecipato a programmi di formazione e di istruzione nel Paese di origine, pubblicato in Gazzetta ufficiale lunedì scorso, sembra tener conto di tante difficoltà e propone una semplificazione delle procedure.
Ad ogni modo molteplici problematicità e gravose inefficienze che pongono il problema di una doverosa revisione della legislazione in campo migratorio.
E in questo cammino sembra si sia arrivati al traguardo.
Il “disegno di legge delega al governo per la modifica della disciplina dell’immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero” tra due settimane, dopo le intese con gli alti dicasteri, dovrebbe approdare al Consiglio dei ministri per poi affrontare l’iter al Parlamento.
La riforma del d.lgs. 286/98, concordata tra il Ministro dell’Interno Amato e il Ministro della Solidarietà Sociale Ferrero, individua il superamento dell’attuale modello nella previsione di un sistema più flessibile, volto a favorire l’incontro regolare tra domanda e offerta di lavoro di cittadini stranieri per far fronte alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
Programmazione triennale della quote, con possibilità di un loro adeguamento annuale, corsie preferenziali per colf e badanti, ma anche per manager, professori universitari, artisti e lavoratori specializzati, liste di collocamento all’estero, abolizione del contratto di soggiorno e procedure semplificate per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno: sono alcune delle novità introdotte dal provvedimento.
Torna, inoltre, lo sponsor secondo diverse tipologie: lo sponsor istituzionale quali enti locali, sindacati o associazioni imprenditoriali, lo sponsor privato, cioè un singolo cittadino in possesso di un reddito adeguato a garantire per lo straniero e l’autosporizzazione, il migrante stesso che garantisce per se stesso sulla base del possesso di adeguate risorse finanziarie per il periodo di permanenza nel Paese.
Sembra che anche sui Cpt si sia arrivati ad un accordo: non l’eliminazione, ma la creazione di un circuito differenziato tra centri di identificazione, centri d’espulsione e centri di accoglienza.
Infine il diritto di voto: viene riconosciuto l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative ai soggiornanti di lungo periodo, stranieri residenti, quindi, in Italia da almeno cinque anni, in conformità a quanto sancito dal capitolo C della Convenzione di Strasburgo del 1992.
L’intento è, dunque, quello di governare il fenomeno migratorio in modo razionale, eliminando eccessive rigidità del sistema e promuovendo l’immigrazione regolare, in contrasto alla clandestinità, ma anche garantendo imprescindibili diritti, quale il voto, che fanno di uno straniero un “cittadino” nel senso di parte integrante della comunità in cui vive stabilmente.
Maria Carla Intrivici
(14 marzo 2007)
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