Perché io so’ io
Di solito la rivoluzione la fanno le élite. È irritante, ma è così: non c’è bisogno di tornare alla rivoluzione inglese o a quella francese per dimostrarlo. Basta il ‘68 per rendersene conto. Pasolini e diversi altri lo avevano capito, ma solo lui lo scrisse chiaro e tondo sul Corriere della Sera, urlando forte che lui, nei famosi scontri a Valle Giulia di quegli anni, stava con i poliziotti. Perché, diceva, i rivoluzionari erano figli di papà. Tutti o quasi. I soli proletari presenti erano i poliziotti, ma quelli del movimento li chiamavano fascisti e servi del potere. E noi ci credevamo. Dio come mi vergogno! Col tempo non ce l’ho fatta più ad accettare l’idea che la rivoluzione borghese l’abbiano fatta gli aristocratici e quella proletaria i borghesi. In fondo non mi dispiace non avere più l’età dell’eskimo e delle clark; oggi tocca ai più giovani accettare o ribellarsi al fatto che la rivoluzione contro le multinazionali delle birrette e contro la coca cola la facciano Cristiano Ronaldo e Paul Pogba. Tocca ai giovani decidere se il loro istinto di ribellione (che Dio glielo conservi), può essere affidato ad un signore che guadagna 31 milioni l’anno e all’altro che ne guadagna appena meno. A me, come uomo di sinistra, per avere la nausea sono bastati i fighetti di avanguardia operaia. Con Ronaldo e Pogba proprio non ce la posso fare.
Fabrizio Molina
Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay
Lascia un commento