Aspettavo questo
Sono sempre stato impulsivo, istintivo a volte iper reattivo. Da ragazzo non riuscivo a contare fino a 3 prima di reagire, cinquant’anni dopo arrivò a 8 ma non sempre.
Mi è successo anche qualche mese fa, quando, su questa stessa rubrica, ho dichiarato di lasciare il PD. Oddio, lasciare… diciamo smettere di votarlo perché iscritto proprio no. Stanco, disamorato, odio la posizione di separato in casa che considero un ossimoro. Se mi separo, meglio fuori. La prima settimana sono stato anche bene, sentivo un senso di liberazione. Poi, piano piano, nostalgia canaglia, ho cominciato a ripensare a loro e un maledetto groppo mi serrava sempre più alla gola. Come si fa a pensare a Lorenzo Guerini, a Dario Franceschini, a Boccia, alla Boldrini e non sentire la nostalgia, avvertire il vuoto attorno. Lo confesso, sono stato male. Senza accorgermene cercavo un pretesto che mi desse modo di tornare al partito senza perdere la faccia. E come potevo fare, mica facile. Per un attimo ho pensato pure ad una gigantesca sceneggiata: un video autoprodotto in cui fare un discorso strappalacrime e un ritorno ad effetto, una via di mezzo tra Anima mia dei Cugini di campagna e Riderà di Little Tony. Poi ho soprasseduto per un eccessivo senso di timidezza. Ma fremevo. Poi, del tutto inattesa, si accende una luce: arriva un tweet di Nicolino, il fratello del commissario Montalbano, dicono segretario del pd, che dice cose degne di un grande statista tipo Pericle, Churcill, Kennedy. Cioè che la D’Urso ha portato la politica vicino alla gente e serve al Paese. Forse, avrà pensato Nicolino, anche all’umanità. Ringrazio Dio. Mi serviva un gesto di grande politica per tornare finalmente a casa. È arrivato!
Fabrizio Molina
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