Le parole e i fatti
by Redazione
Posted on Ottobre 27, 2008
Gli speechwriter sono quelli che scrivono appunti, note e discorsi per i politici. Più è importante ed esposto il politico, più è importante avere uno che scriva buoni discorsi. Per i candidati alla Casa Bianca ci sono addirittura uffici interi di scrittori a gò gò, ma è sempre uno solo che conta, che comanda, che dà lo stile. E non basta che sappiano scrivere e abbiano buone idee, devono saper coniare slogan, parole d’ordine, luoghi retorici più o meno comuni, che parlino al mondo emotivo dell’elettorato che si ha o degli elettori che si vogliono conquistare. Uno buono doveva essere quello di Bush, che ha coniato espressioni come “asse del male”, “stati canaglia”, “ internazionale del terrore”, “capitalismo compassionevole”.
Ciaonè, 27 ottobre 2008
Gli speechwriter sono quelli che scrivono appunti, note e discorsi per i politici. Più è importante ed esposto il politico, più è importante avere uno che scriva buoni discorsi. Per i candidati alla Casa Bianca ci sono addirittura uffici interi di scrittori a gò gò, ma è sempre uno solo che conta, che comanda, che dà lo stile. E non basta che sappiano scrivere e abbiano buone idee, devono saper coniare slogan, parole d’ordine, luoghi retorici più o meno comuni, che parlino al mondo emotivo dell’elettorato che si ha o degli elettori che si vogliono conquistare. Uno buono doveva essere quello di Bush, che ha coniato espressioni come “asse del male”, “stati canaglia”, “ internazionale del terrore”, “capitalismo compassionevole”.
Meno prolifico ma efficace deve essere stato quello di Rudolph Giuliani a suo tempo: ”tolleranza zero”. Niente male quello di Berlusconi, con indimenticabili idiomi come: ”io non l’ho mai detto”, oppure “ le mie ministre son dele bèle tuse”. Niente male davvero.
Certo gli speechwriter non bastano, ci vogliono idee, buona politica e gli appoggi giusti. E poi ci vuole la forza di non arrendersi mai. Come McCain, che quando sembrava che avesse irrimediabilmente perduto, ha resistito un attimo più della bufera e ha trovato l’alleata che lo farà vincere. Non la Palin, che anzi è diventata zavorra, ma la Gelmini Maria Stella, che dopo aver ridicolizzato l’ordine degli avvocati di Reggio Calabria che l’ha abilitata e aver progettato un sistema scuola che neanche nello Zimbawe, ora ha detto che lei sta con Obama. Bingo, per il vecchio McCain.
Ciaonè, 27 ottobre 2008
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