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Non me ne frega niente

by Redazione

La lotta politica, come si sa, non è un pranzo di gala. Nei momenti duri poi, come certamente è questo, non si è soliti dare spazio a galanterie e frasi diplomatiche. Tuttavia ci sono delle volte che si ha l’impressione che persino l’illimitata e greve volgarità del tempo presente, a cui non dovrebbe essere immaginabile di peggio, può invece ancora peggiorare. Di questa scoperta, cioè di come le cose serie possano essere imprigionate dai rutti di Bossi e dal gracidìo di Brunetta, dalle narrazioni horror di Maroni e dalla dolce inutilità della Carfagna, siamo soprattutto grati a Berlusconi.

Ciaonè, 8 ottobre 2008    

La lotta politica, come si sa, non è un pranzo di gala. Nei momenti duri poi, come certamente è questo, non si è soliti dare spazio a galanterie e frasi diplomatiche. Tuttavia ci sono delle volte che si ha l’impressione che persino l’illimitata e greve volgarità del tempo presente, a cui non dovrebbe essere immaginabile di peggio, può invece ancora peggiorare. Di questa scoperta, cioè di come le cose serie possano essere imprigionate dai rutti di Bossi e dal gracidìo di Brunetta, dalle narrazioni horror di Maroni e dalla dolce inutilità della Carfagna, siamo soprattutto grati a Berlusconi.

Chi, se non lui, ha saputo tenere insieme le volgarità da trattoria e le cosce da avanspettacolo, le psicosi dei ministri nani e le nostalgie di Salò, facendosi fornire le liste dei suoi parlamentari dagli uffici di collocamento? Quest’uomo, che solo il genio della sinistra poteva portare per quattro volte a governare, ha saputo far vincere l’Italia di Alvaro Vitali contro quella di Michelangelo, quella di Pamela Prati contro quella di Leonardo e quella del Bagaglino contro quella de Il Mulino ed è il nostro mèntore. Ieri, a Veltroni che nella consapevolezza della gravità della crisi gli offriva collaborazione istituzionale, ha risposto: “non me ne frega niente” e chissà che i giornali non abbiano, per decenza, taciuto di eventuali rumori intestinali di accompagnamento.
Ma, per quanto piacere possa farvi pensarlo, Berlusconi non è un usurpatore, perché è stato eletto e soprattutto perché, è il cantore più fedele delle gesta italiane.

Ciaonè, 8 ottobre 2008    


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