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Spero, finalmente

by Redazione

Il mio problema attuale, il più grosso, credo comune a qualcun altro, è quello della speranza. Sul piano politico intendo. Si può detestare Berlusconi, ma dire che si ama il PD è un po’ come dire che si ama la vita, il bello, il bene comune, il disinteresse. Che bisogna volersi bene e che il bene alla fine vincerà. Bello, ma che cavolo vuol dire? Si può legittimamente detestare Berlusconi, non credo sia difficile, e si può amare il nulla, il vuoto, l’inconsistente, ma è difficile, terribilmente difficile.

Ciaonè, 28 luglio 2008             

Il mio problema attuale, il più grosso, credo comune a qualcun altro, è quello della speranza. Sul piano politico intendo. Si può detestare Berlusconi, ma dire che si ama il PD è un po’ come dire che si ama la vita, il bello, il bene comune, il disinteresse. Che bisogna volersi bene e che il bene alla fine vincerà. Bello, ma che cavolo vuol dire? Si può legittimamente detestare Berlusconi, non credo sia difficile, e si può amare il nulla, il vuoto, l’inconsistente, ma è difficile, terribilmente difficile.

Ieri invece e nei due o tre giorni precedenti, mi è parso di poter nascere a nuova vita, e poter sperare. Abbiamo assistito a qualcosa che esiste davvero, si sente, si tocca e dunque, si può più facilmente amare. C’è stato il congresso nazionale della Rifondazione Comunista. Urli, minacce, spintoni, sputi, odio, bandiere rosse, l’Internazionale, parole d’ordine da Terza internazionale. E poi, mozioni per ricostruire il Muro di Berlino, per imbalsamare Castro, per portarsi in Italia la salma di Lenin, per “ aprire una nuova stagione di lotte”, per “ uscire dalle stanze di partito e tornare amico dei ragazzi di strada”, secondo l’intelligentissima massima di Vladimir Majakovskij. Può anche darsi che con questo scontro da wrestling taroccato i giovanissimi delegati ottantenni di Rifondazione, cercassero solo di attirare un po’ i media poi, come spesso accade, il gioco gli è sfuggito di mano e hanno eletto segretario (nientepopodimeno che), Paolo Ferrero, il ministro di Prodi comunista e valdese, di quelli cioè che se il partito lo chiede ti ammazzano, ma poi si pentono e soffrono tanto. Siccome la vittoria è un po’ striminzita, in segreteria entreranno anche tutte le correnti di minoranza i cui nomi evocano la battaglia di Lepanto: trotzkisti, area dell’Ernesto, Essere comunisti. Restano al momento fuori i Curiazi, daranno l’appoggio esterno.

Ciaonè, 28 luglio 2008


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