Abbassate le arie
by Redazione
Posted on Febbraio 29, 2016
Detesto chi dice “lo avevo detto io…”, ma stavolta faccio uno strappo alla regola che mi sono dato e lo dico: “io lo avevo detto”. In un articolo intitolato Il seme del tamarindo, pubblicato su questo sito un po’ di tempo fa, nei giorni in cui divampava la primavera araba dicevo che una fase nuova era iniziata e che per quanto lenta, accidentata, piena di arretramenti e ripartenze, non sarebbe più, mai più, tornata indietro. Il seme dell’ambizione alla libertà era entrato nel mondo arabo, lentissimamente avrebbe contagiato quello musulmano anche non arabo e, piano piano, la storia del mondo sarebbe cambiata.
Come sapete, la reazione a quella primavera fu ed è orribile, fatta di terrorismo, repressioni, massacri di donne e bambini, privazioni, esodi biblici. Ma questa reazione folle e aberrante dava ragione ai pochi che, come me, guardavano con fiducia alla primavera araba. I professoroni di mezzo mondo, le destre da operetta tipo quella italiana, ungherese, americana, ma anche la sinistra, (alcuni buontemponi dicono esista ancora), ci trattavano da deficienti. “La primavera araba ha fallito. L’Islam non è riformabile.”. Quanto basta poco per essere cretini.
E intanto l’Iran, che lo so anch’io non essere Woodstock, prima firma l’accordo sul disarmo nucleare, poi fa stravincere i riformisti alle elezioni, poi ha il 72% degli iscritti all’Università che sono donne poi, come ci dice Nahal Tajadod, una scrittrice che mi sento di consigliare a tutti tranne che a Salvini, Orban, Trumph e Gatto Silvestro, controlla le nascite e fa decidere ai genitori “insieme” il futuro dei figli, quell’Iran lì insomma, ci dimostra che nessuna primavera viene invano.
E siccome voi europei siete quelli che non riescono nemmeno a fare uno straccio di politica continentale sull’immigrazione, che rigettano la Grecia nell’abisso dell’invasione disperata dei profughi, che non sapete neutralizzare in alcun modo le scemenze neo vittoriane dell’Inghilterra, ecco voi, fareste bene ad abbassare un tantino le arie. Tanto per non fare altre figure di merda.
Fabrizio Molina
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