Uscire ed entrare
by Redazione
Posted on Settembre 12, 2015
Uno dei grandi problemi che attanaglia chi governa le aziende di trasporto pubblico nelle grandi città è l’evasione tariffaria. Un tempo si chiamavano i “portoghesi”, che salgono in vettura, viaggiano, scendono e non pagano il biglietto. Pare che a Lisbona li chiamino “italiani”, siamo sempre competitivi nella corsa al peggio.
Prima c’erano i bigliettai, ma si diceva costassero troppo. Da anni ci si dilania su telecamere, appostamenti, impiegati dell’azienda che potrebbero arrotondare facendo i controllori a tempo perso. Niente. O le proposte sono delle pirlate o, se sono buone, ci pensa il sindacato a bocciarle. Nell’ultimo quindicennio pare che il sindacato abbia dichiarato guerra al buon senso.
E pensare che gli inglesi lo hanno risolto nel modo meno fantasioso e più semplice del mondo. Il problema non è salire senza biglietto, è scendere. Si scende da una porta sola, quella vicino al conducente e, se uno non mostra il biglietto, non scende. Dite quello che vi pare ma l’Inghilterra ha meno della metà della nostra evasione.
Lo ha capito bene l’Unione Europea che adotta più o meno lo stesso sistema. Sale praticamente chi gli pare, ma scendere è impossibile. Altrimenti come si spiega che non caccino l’Ungheria? Non so se avete visto il video virale che gira in questi minuti: sgherri ungheresi che gettano panini in un recinto con dentro gli immigrati. Gli allevatori non lo fanno neanche con le loro mucche.
Dio solo sa come un Paese come l’Ungheria sia potuto entrare in Europa, ma ora che ci sta non c’è un cristo che la cacci. La Turchia sta sputando sangue e sicuramente ha diverse cose da cambiare, mentre l’Ungheria ce la teniamo stretta. Forse sarà che con gli ungheresi condividiamo le stesse radici giudaico–cristiane … certamente deve essere per quello!
Fabrizio Molina
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