Quelle maniche tirate su…
by Redazione
Mi piaceva quel manifesto elettorale di Bersani in bianco e nero con le maniche di camicia tirate su. Mi faceva pensare al racconto principe che veniva fatto a noi del ‘58: Pinocchio. Geppetto che per comprare l’abecedario al suo figliolo, si vende la giacchetta e rimane in maniche di camicia. E non era neanche l’unica immagine che faceva somigliare come due gocce d’acqua Geppetto e Pierluigi. Il sorriso che non cancella la tragicità dell’espressione, quei detti antichi e quei proverbi di un’Italia ingenua e rurale, prebellica e piena di quella cultura sapienziale che non s’impara dai libri ma dalla durezza della vita.
Mi affascinava, guardando Bersani–Geppetto, quel sentore di buone e antiche cose: il dopobarba Floid spruzzato con la pompetta, il telefono nero e pesante attaccato alle pareti, le osterie di fuori porta. M’incantava quell’onestà intellettuale sapida di detti popolari e ruvida come spesso è la verità; uno insomma da cui avrei comprato un’auto usata e con il quale avrei volentieri pranzato una domenica.
Pure questo mito mi è crollato. Avendo il PD permesso che De Luca vincesse le primarie in Campania, non avendo avuto la spina dorsale e il coraggio per dirgli che non si poteva e non si doveva candidare alle primarie, ora che ha vinto come fa a risolvere il fatto che, se vincesse anche le elezioni, verrebbe immediatamente dichiarato decaduto e commissariato? Del resto chi poteva mandarci a Salerno a dire con severa coerenza a De Luca che non poteva e non doveva candidarsi? Guerini? Serracchiani? Lotti? Paperino? Andiamo su!
E Bersani, che nei convegni si sganasciava alle battute offensive e alle allusioni perfide di De Luca contro i suoi avversari, Bersani che inizialmente credeva forse che De Luca potesse essere l’ultimo fronte anti renziano ora che fa? Dice che leggi “ad personam” no, ma la Severino è troppo dura e andrebbe ammorbidita. La stessa Legge Severino che hanno utilizzato per togliersi di torno definitivamente Berlusconi.
Pigi, non ti perdonerò mai di avermi rovinato anche la favola della mia infanzia.
Fabrizio Molina
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