Vecchi tromboni e giovani trombette
by Redazione
Posted on Novembre 5, 2014
Questa non riesco a tenermela: sono appena stato ricevuto al Quirinale dal Presidente Napolitano che mi ha nominato primo ministro, non appena Renzi avrà fatto approvare la riforma elettorale.
E’ una gran settimana questa e pensate che siamo solo a mercoledì dopo pranzo. Lunedì mi chiama il comitato elettorale del West Virginia e mi comunica di essere stato eletto senatore repubblicano nelle elezioni di mezzo termine. Veramente credevo di essere democratico… mi sarò sbagliato. Martedì sera mi manda una email la segreteria del Premio Nobel e mi comunica informalmente di aver vinto quello per la fisica. E’ un sogno, pensare che al liceo arrivavo a stento al 4 ed era un liceo classico.
Per domani, mi è stata preannunciata la nomina a grande Ayatollah dell’Iran e quando ho timidamente fatto osservare di essere cattolico da Teheran mi hanno risposto che lo sanno, ma che fa parte di una operazione simpatia voluta dal governo iraniano. Chissà che altro dovrò aspettarmi prima di domenica.
Come non ci credete? Come queste cose non possono capitare? Allora non li leggete i giornali. Una settimana fa esce una rilevazione commissionata dal capogruppo del PD in Comune che dice che i romani vogliono più bene all’Ebola che al sindaco. Il sindaco scende dalla bicicletta, si toglie il caschetto, posa lo zainetto, sgranocchia un flauto alla cioccolata e chiede le dimissioni del capogruppo. Il PD invece di avere un sussulto di dignità, lo accontenta. Ieri mattina si riunisce il gruppo comunale del PD e, finita la riunione, la giovanissima Giulia Tempesta annuncia felice di essere lei il nuovo capo. Eletta all’unanimità, aggiunge soddisfatta. Mezz’ora dopo si scopre che è una bufala: si è offerta lei di tenere il posto una settimana in attesa del vero capogruppo.
Allora diciamo subito due cose: se io vi sembro un cialtrone nel millantare, converrete che non sono l’unico. Secondo: la giovane Giulia Tempesta è un virgulto di 26 anni, in pratica il nostro avvenire. Contenti?
Fabrizio Molina
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